Avellino, pista passionale per l'incendio delle due auto

Avellino, pista passionale per l'incendio delle due auto
È la pista passionale quella che diventa preponderante nell'indagine che si sta svolgendo sul rogo delle due auto nel parcheggio della Provincia. La procura ha aperto...

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È la pista passionale quella che diventa preponderante nell'indagine che si sta svolgendo sul rogo delle due auto nel parcheggio della Provincia. La procura ha aperto un fascicolo dopo l'incendio delle due vetture.


Le macchine poco più che utilitarie, una Fiesta e una Dacia, sono state date alle fiamme da uno sconosciuto (il cui identikit ormai è stato definito). Il rigo in pieno giorno, mentre a pochi passi si stava svolgendo una manifestazione per la celebrazione del corpo dei Vigili del fuoco. Le telecamere hanno ripreso la fuga dell'uomo che prima si è diretto verso la piazza, poi rendendosi conto che così finiva tra le braccia dei vigili del fuoco e delle forze di polizia che erano schierate per la manifestazione, ha fatto un improvviso dietrofront.
 
Proprio il fuoco pare che sia diventato lo strumento più usato per consumare vedette relative a screzi personali. Uno garro per una lite sul parcheggio o qualcosa legato alla sfera sentimentale può scatenare il ricorso ad una delle più semplici vendette: il fuoco.

Un rogo commissionato per pochi soldi (massimo 200 euro) spesso risolve ogni questione.

Due macchine distrutte, gli uffici di palazzo Caracciolo evacuati per il fumo che aveva invaso i locali: il bilancio dell'incendio di giovedì mattina. Molto vicina ad individuare il responsabile, la Mobile che è incaricata di svolgere l'attività investigativa. Due le piste seguite in un primo momento. Gli inquirenti hanno verificato innanzitutto che non si trattasse di un attentato rivolto al parlamentare Gianfranco Rotondi, che ha un appartamento a pochi passi dal rogo - hanno poi esplorato l'ipotesi che il rogo fosse un segnale di intimidazione rivolto alla stessa amministrazione pubblica (impegnata in diverse opere pubbliche). Infine ha preso man mano piede la pista di una ritorsione rivolta personalmente a qualcuno dei dipendenti dell'amministrazione provinciale che parcheggiano l'autovettura nello spazio riservato.

Che l'obbiettivo dell'attentatore fosse esattamente uno dei due proprietari delle vetture distrutte non è stato definito. Molto probabile anche che si possa essere trattato di un errore dell'attentatore, che magari ha colpito una vettura che non era di proprietà della persona che aveva nel mirino. Nel conto dunque anche un ipotetico scambio di persone.


Come non è chiaro se gli indizi portino a circoscrivere l'attenzione sul dipendente di un particolare ufficio. Ciò invece che potrebbe emergere più chiaramente, smorzando ogni altra ipotesi, è che si tratti di un'azione dettata da un risentimento personale. Di qui l'ipotesi che si sta valutando come abbastanza credibile, di una ritorsione per una questione di tipo passionale che ha coinvolto persone residenti nella zona o lavoratori dell'Amministrazione provinciale. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino