Assalto al portavalori in autostrada, ecco tutti gli errori del commando

Assalto al portavalori in autostrada, ecco tutti gli errori del commando
È la settimana dedicata a nuovi interrogatori e perizie sui mezzi recuperati dopo la rapina sul raccordo. Si ricostruisce, una a una, la provenienza di ogni singolo mezzo...

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È la settimana dedicata a nuovi interrogatori e perizie sui mezzi recuperati dopo la rapina sul raccordo. Si ricostruisce, una a una, la provenienza di ogni singolo mezzo presente sulla scena del crimine. Qualcosa non ha funzionato nel meccanismo perfettamente studiato per tendere l'agguato al blindato Cosmopol. Tant'è che, se era nei piani bruciare le vetture per bloccare le forze dell'ordine, man mano che l'operazione organizzata fosse progredita; non era previsto portare via le vetture agli automobilisti in transito per darsi alla fuga. Il ritardo di pochi minuti, potrebbe aver comportato qualche passo falso nell'azione aprendo spiragli agli investigatori.


Infatti fermare armi in pugno gli automobilisti comportava ulteriori rischi al commando, concentrato a prendere quanto più rapidamente possibile il denaro (prima che lo spumablock si solidificasse) dal blindato.

Ma la presenza inattesa del carabiniere allo svincolo di Serino che ha fronteggiato i malviventi, e sopratutto l'arrivo da Atripada dei due agenti della Polstrada che hanno ingaggiato un conflitto a fuoco con i malviventi, hanno reso più difficile di quanto era preventivato la fuga del commando.

L'accento di alcuni uomini del commando conferma che tra gli uomini a caccia degli 8 milioni sul blindato Cosmopol, ci sono pugliesi. Lo hanno detto sia le guardie giurate finite nella rete dei malviventi scatenatisi martedì scorso, lo confermano alcune delle persone a cui è stata sottratta la vettura.

Ma la fuga di una parte della banda verso l'Agro Nocerino è attestata da più elementi raccolti d agli investigatori come le riprese video già in via di analisi.
 
Puglia e Nocerino: due fronti caldi della criminalità specializzata nelle rapine ai portavalori. Da un alto le risultanze processuali di un'indagine e da oltre un anno sta portando avanti la procura di Nocera Inferiore, dall'altro gli elementi raccolti sul campo in queste ore tra i testimoni e involontari protagonisti dell'assalto al blindato a Serino. C'è una doppia pista per Roberto Patscot, il sostituto procuratore che sta lavorando con i carabinieri sulla vicenda. Quella della manovalanza locale che ha fatto da basista, ma anche quella dei gruppi più specializzati che si avvalgono di uomini con una formazione paramilitare probabilmente di origine balcanica.


La rapina in parte riuscita (portati via 2 degli otto milioni trasportati dal blindato) evidenzia due cose. Primo che esiste un gruppo ancora attivo per le piccole rapine (così come accertato da un'inchiesta della Procura di Nocera Inferiore che ha portato lo sorso anno a 19 misure di custodia cautelare). Secondo che quelle stesse persone sono state ingaggiate da un gruppo operativo molto più ambizioso, operante da tempo in Puglia, che punta a bottini più consistenti, come era già accaduto con il piano per penetrare nel caveau dell'istituto di vigilanza privato che si trova a Lecce. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino