Clan Partenio, chiesti 400 anni di carcere

Al termine della requisitoria durata circa 5 ore sono arrivate le richieste di condanna

Uno degli ingressi del Tribunale di Avellino
Processo Nuovo Clan Partenio, chiesti quasi 4 secoli di reclusione dal pubblico ministero della direzione distrettuale antimafia di Napoli, Simona Rossi. ...

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Processo Nuovo Clan Partenio, chiesti quasi 4 secoli di reclusione dal pubblico ministero della direzione distrettuale antimafia di Napoli, Simona Rossi.

Al termine della requisitoria durata circa 5 ore sono arrivate le richieste di condanna per Pasquale Galdieri 30 anni di reclusione, Nicola Galdieri 27 anni di reclusione, Carlo Dello Russo 30 anni di reclusione, Ernesto Nigro 20 anni di reclusione, Diego Bocciero 24 anni di reclusione (chiesta l’assoluzione per i reati di usura), Luigi De Simone 18 anni di reclusione, Angelo Genito 22 anni di reclusione, Antonio Matarazzo 20 anni di reclusione, Giuseppe Moscariello 17 anni di reclusione, Ludovico Nittolo 19 anni di reclusione, Mario Rosania 18 anni di reclusione, Antonio Taccone 20 anni di reclusione, Carmine Valente 26 anni di reclusione, Giuseppe Giovanni Volpe (libero) 10 anni di reclusione, Renato Freda 17 anni di reclusione, Giuliana Brogna 6 anni di reclusione, Giuseppina Nigro 18 anni di reclusione, Martino De Fazio 9 anni di reclusione, Franco Ambrosone (libero) 9 anni di reclusione, Giuseppe Durante 22 anni di reclusione (chiesta l’assoluzione per i reati di usura), Sabino Mariano 5 anni di reclusione. 


Al termine della requisitoria del pm Rossi, i comuni di Avellino, Mercogliano e Monteforte Irpino – costituitisi parte civile contro il clan Partenio e rappresentati dagli avvocati Luigi Petrillo, Nello Pizza e Antonio Rapolla – hanno chiesto un milione di euro per ogni ente come provvisionale. La prossima udienza è fissata per il 22 maggio quando la parola passerà alle difese. Nella requisitoria nella quale ha ripercorso l’intera ordinanza con la quale furono eseguite le misure cautelari per i 21 imputati nel 2019. Ha ripercorso anche la costituzione del Nuovo Clan Partenio guidato a fase alterne dai due fratelli Pasquale e Nicola Galdieri. Ripercorse anche parte delle intercettazioni ambientali e telefoniche captate negli anni di indagini dai carabinieri del nucleo investigativo e dalle quali sono emersi dei colloqui particolarmente significativi. Tra questi il colloquio avvenuto nel carcere di Parma tra Amedeo Genovese e l’altro figlio Francesco. L’ex boss sottoposto al 41 bis e deceduto nel luglio del 2021, è molto preoccupato, raccomanda il figlio di sedare immediatamente la sete di vendetta del fratello esortandolo a togliersi di mezzo e a non accettare nessun appuntamento fissato dai fratelli Galdieri. Il dialogo tra i due si conclude con l’ex boss Amedeo Genovese che rinvierebbe la vendetta a tempi migliori «bisogna apparare, non abbiamo la forza per vendicarci ora» riconoscendo in tal modo la fine del dominio dei Genovese sul clan Partenio, e con il figlio Francesco che attribuirebbe la colpa di quanto accaduto proprio a Damiano, colpevole di aver fatto crescere, negli anni, il potere dei fratelli Galdieri.

Ripercorsi dal pm della Dda anche i tentativi di estorsione posti in essere nei confronti delle ditte che sono riusciti ad aggiudicarsi i lavori pubblici in Alta Irpinia quando dai componenti del clan sarebbe stato cosparso del liquido infiammabile su una macchina operatrice presente all’interno del cantiere ubicato lungo una strada provinciale di Montella, lasciando in bella mostra la tanica contenente la benzina. Nell’altro episodio sarebbero stati infranti i vetri di un escavatore ed il mezzo sarebbe stato cosparso di benzina anche all’interno. Inoltre nel corso della requisitoria il pm della Dda ieri ha focalizzato l’attenzione su un attentato intimidatorio posto in essere nei confronti di un pluripregiudicato Ernesto Dello Russo, originario di Chiusano San Domenico e condannato, in passato, per associazione a delinquere. 


Stando all’impianto accusatorio dei pm della Dda, Ernesto Dello Russo - componente del clan Serino operativo nell’Agro-Nocerino - sarebbe stato avvicinato dall’imputato Ernesto Nigro affinché diventasse un sodale del Nuovo clan Partenio. Al suo rifiuto sarebbe scattato il raid punitivo – ad avviso degli inquirenti - con i colpi d’arma da fuoco esplosi, alle tre di notte, contro la sua auto parcheggiata nei pressi della sua abitazione di Chiusano San Domenico Leggi l'articolo completo su
Il Mattino