Piazza di spaccio in città e nei comuni limitrofi: sono rimasti in silenzio tre dei sei indagati finiti in carcere con l’accusa di detenzione di sostanze stupefacente...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Fondamentali ai fini investigativi le diverse intercettazioni telefoniche, nelle quali la sostanza stupefacente spesso veniva definita dagli indagati con termini alimentari, come vino olio, latte, cioccolata, gelato. Frasi apparentemente prive di senso letterale, come argomenta il gip, che gli interlocutori intendevano benissimo, in quanto concernevano affari attinenti alle cessioni di droga. Inoltre a corroborare l’ipotesi investigativa anche numerosi pedinamenti ed appostamenti eseguiti dagli agenti in borghese e le numerose testimonianze di alcuni dei consumatori abituali. Stesse accuse mosse nei confronti di Carmine Cucciniello, gestore di un distributore di carburante con lavaggio annesso, nei pressi dello stadio Partenio che ad avviso degli inquirenti utilizzava l’attività commerciale anche per smerciare la sostanza stupefacente fino al 2016, data del suo arresto. A tal fine si precisa che nell’inchiesta avviata dalla squadra Mobile di Avellino sono estranei ai fatti i nuovi gestori dell’attività su indicata. Il legale di Carmine Cucciniello, ieri nel corso dell’interrogatorio di garanzia, ha chiesto che al suo assistito vengano concessi i domiciliari presso una comunità terapeutica, dove era, al momento dell’esecuzione della misura cautelare, già ristretto, sollevando al contempo il difetto di attualità della misura. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino