I fratelli Fiore e Salvatore Graziano sono finiti nuovamente dietro le sbarre. La stessa sorte è toccata a Domenico Lodovico Rega. I tre, già arrestati lo scorso...
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Il Tribunale della libertà di Napoli venerdì scorso ha disposto la loro scarcerazione per l'inefficacia dell'impugnata ordinanza di custodia cautelare essendo trascorsi oltre 10 giorni dal deposito degli atti sulla richiesta di riesame. Nel giro di 72 ore, i pm Luigi Landolfi e Simona Rossi hanno richiesto al competente Gip l'emissione di una nuova ordinanza applicativa di misura cautelare adducendo altri gravi elementi indiziari a quelli già depositati. Così, l'altro ieri sera, mentre il rapper Ivan Granatino si esibiva in concerto a Quindici chiudendo i festeggiamenti dedicati alla Madonna delle Grazie, i Graziano sono stati di nuovo ammanettati dai carabinieri e trasferiti al carcere di Bellizzi: i due fratelli si trovavano nelle loro case di proprietà a Bosagro.
Rega invece era nella sua casa di Taurano. Fiore e Salvatore Graziano, 46 e 48 anni, sono stati arrestati lo scorso primo agosto mentre erano sottoposti alla misura preventiva della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di Quindici dopo aver scontato diversi anni di reclusione per associazione a delinquere di tipo mafioso finalizzata alle estorsioni. Domenico Ludovico Rega, 50enne di Pago, era già noto alle forze dell'ordine per i reati di danneggiamento, ricettazione, minacce e furto aggravato. A detta degli inquirenti, si sarebbe avvicinato ai Graziano da circa un anno. La nuova ordinanza di arresto ripropone quanto evidenziato dalla precedente con l'aggiunta di nuovi e gravi indizi di colpevolezza. I fratelli Graziano assieme a Domenico Lodovico Rega, Antonio Mazzocchi e Domenico Desiderio avrebbero tentato di estorcere 100mila euro all'imprenditore napoletano Giuseppe Vintino in relazione alla gestione dell'Impianto di cremazione di Domicella con richieste espresse attraverso una serie di minacce escplicite e azioni intimidatorie.
I cinque sarebbero riusciti anche a estorcere 70mila euro alla ditta casertana «Scalzone Costruzioni» aggiudicataria dei lavori di adeguamento e completamento della rete fognaria a Domicella. Inoltre, pare che il gruppo stesse progettando di uccidere la moglie del boss deceduto Biagio Cava, Rosalba Fusco, e il figlio Salvatore, scarcerato lo scorso 23 maggio dopo aver scontato 9 anni di reclusione al carcere di massima sicurezza di L'Aquila per associazione a delinquere di stampo camorristico, estorsione e usura. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino