Ilenia D'Oria: «Fin da piccola ho respirato l'aria della cultura classica»

La docente è presidente di Archeoclub Italia Avellino

Ilenia D'Oria
L'amore per gli altri, la passione per cultura, la capacità di relazionarsi con semplicità ed empatia alle persone ed ai giovani, sono il modus vivendi di Ilenia...

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L'amore per gli altri, la passione per cultura, la capacità di relazionarsi con semplicità ed empatia alle persone ed ai giovani, sono il modus vivendi di Ilenia D'Oria, presidente di Archeoclub Italia Avellino e componente del coordinamento regionale. Laureata in Filologia Classica, insegna italiano, latino e storia al Liceo Classico "Pietro Colletta" annesso al Convitto Nazionale di Corso Vittorio Emanuele. Eclettica e dinamica, pratica costantemente la danza classica, a cui si dedica con impegno. E' la nipote di Filippo D'Oria, "Magister" di fama internazionale, già dirigente del settore Cultura della Provincia di Avellino, e docente universitario di Paleografia Greca e Latina.


D'Oria, perché si appassionata agli studi classici?
"Fin dall'infanzia, con mio padre, andavo a visitare i siti archeologici. Respiravo l'aria della cultura classica anche a casa, in quanto i miei genitori, come mio zio Filippo D'Oria, hanno avuto sempre un grande amore per le Lettere antiche".
Cosa la colpiva delle civiltà precedenti?
"Il mondo classico mi ha fatto viaggiare nelle emozioni dell'arte, della letteratura. Fin da piccola, ritrovavo nei luoghi della storia la mia indole, la mia predisposizione naturale ad uno studio che privilegiasse la centralità dell'uomo, la sua sensibilità, i suoi sentimenti".
In che modo?
"La civiltà greca si è sempre basata sull'introspezione, sull'indagine della condizione interiore dell'esistenza, non solo nelle diverse forme letterarie e artistiche, ma anche nella filosofia. Così, ho cercato di assecondare la mia tendenza caratteriale a comprendere le persone, per essere loro sempre vicine, per dare il meglio di me come donna, come persona in grado di intercettare le sfumature dell'animo umano per alimentare sempre la speranza".
Ha mai pensato ad approfondire materie più attinenti alla sfera psicologica?
"In verità, mi sto laureando in Psicologia Comportamentale e Cognitiva Applicata. Sono una donna dinamica, animata dal desiderio di conoscenza, attiva nella solidarietà umana, sociale e culturale. Con questo tipo di studi coniugo l'amore per la conservazione e promozione della cultura classica con l'apprendimento e l'approfondimento delle motivazioni subliminali sottese ai comportamenti dell'uomo contemporaneo".

Perché ha scelto l'insegnamento?
"Per il mio innato desiderio di condivisione. Ho frequentato il Corso Sperimentale di Latino fin dalle scuole medie, sono cresciuta con le lingue antiche, con i miti, che sono la proiezione dei desideri e delle paure dell'uomo. Così, l'insegnamento rappresentava una maniera di condividere con gli altri, con i ragazzi un patrimonio di valori".
C'è stato un episodio che l'ha ulteriormente convinta della validità della sua scelta?
"Quando ero una studentessa del "Colletta" di via Tuoro, subivo delle ingiustizie dai miei docenti. A 14 anni, mentre scendevo le scale del Liceo, giurai a me stessa che sarei diventata un'insegnante consapevole dell'importanza della formazione non solo didattica, ma anche etica dei ragazzi, attraverso una corretta capacità di valutazione".
Come si comporta con loro?
"Cerco sempre di considerarli come persone e non semplici fruitori del sapere. Per me, gli allievi hanno una sensibilità che, se repressa o incompresa, può indurli a commettere degli errori. Bisogna leggere il loro cuore. Mi piace lavorare con le emozioni, trasmettendogli la consapevolezza che i nostri stati d'animo possono essere razionalizzati anche attraverso la conoscenza della letteratura".
Quando è nato l'Archeoclub?
"Nel 2021. E' un'associazione nata dalla passione, ma anche dall'entusiasmo. Ero a Pietralcina, a visitare una mostra di reperti archeologici. Mi resi conto che l'associazionismo è una risorsa. Insieme agli iscritti e in collaborazione con le altre realtà culturali, si può favorire la presa di coscienza delle nostre radici, creare una sensibilità sociale che si trasforma in azione per la valorizzazione del territorio e delle sue testimonianze".
L'Archeoclub ha avuto un battesimo di fuoco,nella Chiesa di San Francesco a Borgo Ferrovia.
"Il nostro primo incontro, infatti, è stato, due anni fa, con il maestro Ettore De Conciliis, l'autore del Murale della Pace. Eravamo appena usciti dal lockdown, quando ci siamo confrontati pubblicamente, per proporre il Murale come Bene Immateriale dell'Umanità, con il riconoscimento dell'Unesco. L'iter è stato avviato, grazie anche al sostegno del sindaco Gianluca Festa, ma i tempi di istruzione e di completamento non sono rapidi. Abbiamo, inoltre, contribuito a divulgare la storia della Chiesa del Carmine, in via Triggio, un luogo molto suggestivo, attualmente destinato alle manifestazioni culturali".
Ci sono state anche attività solidaristiche?
"Sì, abbiamo organizzato il concerto per la Pace in Ucraina, partecipando anche alla Marcia Nazionale. La nostra associazione non è composta solo da persone erudite, ma anche da giovani che intendono contribuire alla crescita del tessuto e della sensibilità sociale. Per noi, regalare un'emozione, suscitare un dibattito sui valori culturali come veicolo di solidarietà umana è l'obiettivo prioritario".
Di recente, avete tenuto la mostra ed il convegno sul maestro dei neofigurativismo Carlo Alleva. Perché?
"Abbiamo aderito volentieri all'iniziativa di suo figlio, Romeo, per donare alla città un tuffo nella bellezza, attraverso i quadri del maestro Alleva. Secondo noi, il grande pittore era un eroe cercatore, come Ulisse, che immaginava la sua Itaca, dove, poi, fece ritorno. Anche per Carlo Alleva, la nostra città era il luogo della ripartenza, della rigenerazione dei valori morali, artistici e spirituali, che sono la linfa alla base della sua evoluzione".
Perché ama la danza classica?


"Come per i miei maestri, Livio Balanceanu e Carmen Castello, anche per me la danza è una forma di integrazione culturale, un'arte che insegna la disciplina, ma anche l'importanza di comprendere il proprio e l'altrui linguaggio corporeo". Leggi l'articolo completo su
Il Mattino