Una caduta dopo un ictus o un infarto. Potrebbe essere questa la soluzione al giallo della morte di Michele Naccarelli, il 57 operaio di Atripalda trovato morto quattro giorni fa...
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L'uomo era stato ritrovato senza vita dal figlio primogenito. Era in casa verso le 19 di domenica quando il figlio l'ha trovato riverso senza vita al piano terra. Non c'erano segni di colluttazione nell'abitazione, la porta d'ingresso, chiusa dall'interno, è stata aperta con la chiave dal figlio di Michele; non ci sarebbero dunque segni di effrazione sull'ingresso. I carabinieri non hanno rinvenuto oggetti contundenti, ma la copiosa fuoriuscita di sangue da una larga ferita che l'uomo aveva al capo aveva fatto propendere per un'aggressione finita male o comunque per un fatto di sangue.
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Di qui la decisione del medico legale di un ulteriore accertamento. Il magistrato ha dunque fissato per ieri mattina l'autopsia che ha poi concluso, almeno secondo le indiscrezioni (il risultato sarà depositato tra 30 giorni) che l'uomo possa essere morto a causa di un malore. La caduta sul pavimento avrebbe causato la ferita.
Questa la ricostruzione che tuttavia è stata corroborata anche dall'attività investigativa dei carabinieri che hanno svolto, sia ascoltando conoscenti e vicini di casa, che in una ricerca di elementi all'interno dell'abitazione che potesse dare riscontro ad una diversa ricostruzione dell'evento. Gli specialisti dei carabinieri hanno infatti cercato riscontri su tracce nella camera dove è stato ritrovato il cadavere che sono ancora la vaglio. I rilievi riguardano sia eventuali impronte digitali, sai la posizione dei diversi oggetti nei locali, sia l'analisi del corpo.
Le dichiarazioni del figlio primogenito di Michele Naccarelli, colui che aprendo la porta di casa ha trovato il padre senza vita, sono state essenziali nella prima fase degli accertamenti.
Ma c'era da verificare se vi possa essere una persona che, entrata furtivamente in casa, magari per mettere a segno un furto, si è trovato davanti Michele e l'abbia poi sopraffatto. Un'ipotesi che i carabinieri non hanno mai trascurato. I militari hanno dunque svolto ogni possibile accertamento, per arrivare alla verità.
La donna fu colpita alle spalle, all'esterno della villetta dove vive con Michele, mentre imboccava la salita di campagna che dalla casa in costruzione portava sulla strada. L'uxoricida, cacciatore ed appassionato di armi, in preda all'ira, impugnò la pistola custodita legalmente, una Beretta automatica calibro 7,65, la rincorse fuori casa sparandole alle spalle.
La salma dell'uomo è stata restituita alla famiglia. Una benedizione di un sacerdote e quindi le esequie nella strettissima forma privata che è imposta dalle norme anticovid, ha fatto seguito alle procedure dell'anatomopatologo ordinate dal magistrato. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino