IrpiniAmbiente, cessione del patrimonio in due mesi per evitare il ricorso ai privati

Via libera per la cessione all'Ato degli asset dell'azienda

IrpiniAmbiente, cessione del patrimonio in due mesi per evitare il ricorso ai privati
Il ramo d'azienda di IrpiniAmbiente, con il suo «patrimonio materiale e immateriale funzionale all'attività sui rifiuti» passerà all'Ato....

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Il ramo d'azienda di IrpiniAmbiente, con il suo «patrimonio materiale e immateriale funzionale all'attività sui rifiuti» passerà all'Ato. Mentre la spa in house della Provincia si trasformerà in una multiutility, inglobando mansioni diverse e modificando l'oggetto sociale.

È questo il contenuto della proposta del vertice di Palazzo Caracciolo, Rizieri Buonopane, passata all'unanimità in Consiglio provinciale e diventata il testo della delibera approvata. Adesso è corsa contro il tempo la valutazione degli asset da trasferire, che dovrà tenere conto anche del capitale sociale e degli investimenti fatti nella quantificazione di un importo equo e considerando che si tratta di un passaggio di consegne tra due enti pubblici. La deadline è fissata al 30 marzo.

Scadenza imposta dall'ultimo decreto legislativo in materia. Strategicamente si può parlare di un'iniziativa ben condotta in porto dalla fascia azzurra che, nella coincidenza degli interessi palesati da Collina Liguorini, è riuscito da una parte a mantenere in vita IrpiniAmbiente per darle una nuova veste nel servizio pubblico e dall'altra a condurre in porto la trattativa che dà il via libera all'ente d'ambito di procedere nella riorganizzazione del settore. Alla fine tutti d'accordo (assente solo Francesco Mazzariello, collegati da remoto Caterina Lengua e Pino Graziano), dunque, sul percorso da portare avanti, eccetto i sindacati, presenti con una folta delegazione, che hanno mostrato ancora una volta la loro contrarietà rispetto ad un passaggio di consegne che non riguarda l'intera spa ma solo la sua attività.
In avvio di dibattito, però, non sono mancate le polemiche. Buonopane ha sottolineato che «l'Ato a volte ha richiesto l'intera società e non sempre il ramo d'azienda» e che «a sproposito si è tirato spesso in ballo un prezzo simbolico, richiamandosi ad una situazione completamente diversa registrata a Salerno dove la società era in liquidazione e deteneva i soli impianti».

La replica del presidente dell'Ato D'Alessio, invece, è partita da un altro attacco ricevuto nel corso della recente schermaglia a colpi di note ufficiali: «Non ho mai avuto bisogno di fiancheggiatori, palesi o occulti - ha detto - e solo in un'occasione negli incontri svolti ho aperto anche all'opzione dell'acquisizione dell'intera società». Poi, rispetto, al prezzo di cessione: «Ricordo ha aggiunto che questa valutazione ricadrà sui bilanci dei Comuni e che per le risorse necessarie servirà anche l'ok dell'assemblea dei sindaci. Bisogna chiudere il cerchio entro il 30 marzo, altrimenti si va a gara e la società non sarà più interamente pubblica».

Per accorciare i tempi la valutazione sarà affidata ad una terna di tecnici costituita dal dirigente amministrativo della Provincia, Antonio Principe, dal direttore generale dell'Ato, Anna Rosa Barbati, e da un esperto esterno che sarà individuato dall'amministratore unico della stessa partecipata, Claudio Crivaro. Su questo aspetto è intervenuto l'ex presidente Domenico Biancardi: «È evidente che in una transazione tra due enti pubblici non ci sia scopo di lucro, dunque, dobbiamo solo verificare che l'operazione avvenga ad un costo equo, secondo quello che è il reale valore di IrpiniAmbiente». Due, poi, i quesiti sollevati: «È possibile stabilire un tempo massimo per questa valutazione dalla quale dipenderà anche la convocazione del Consiglio d'Ambito? E se l'importo quantificato non dovesse andare bene all'Ato o all'assemblea dei sindaci come si andrebbe avanti?». Alla prima domanda ha risposto la segretaria generale di Palazzo Caracciolo, Brunella Asfaldo, spiegando che più di raccomandare tempi celeri, trattandosi di analisi patrimoniali e contabili, non si può fare. Mentre sulla seconda, in realtà, l'unica cosa che sembra certa e che in ogni caso dovrà avvenire il passaggio di cantiere, impianti e personale, alla newco che l'ente d'ambito andrà a costituire e il cui piano già la settimana prossima dovrebbe essere inviato alla Corte dei Conti.

Nello stesso deliberato, infine, è già predisposto l'iter per trasformare la società IrpiniAmbiente che resterà nelle mani dell'amministrazione provinciale in una multiutility, modificandone oggetto sociale e statuto. Tra le nuove mansioni, oltre alla depurazione industriale, una serie di servizi affidati all'esterno come la piccola manutenzione ordinaria delle strade e delle scuole, il monitoraggio dello stato di salute di arterie viarie e viadotti, il censimento della segnaletica stradale e gli accertamenti sul funzionamento delle caldaie in tutti i Comuni con esclusione del capoluogo.

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Il Mattino