Mercato del sesso, cinesi low cost in Irpinia tra web e massaggi

Mercato del sesso, cinesi low cost in Irpinia tra web e massaggi
Il mestiere più antico del mondo non conosce crisi ma la concorrenza sì, quella asiatica innanzitutto. L'Irpinia a luci rosse è un mercato che rende a...

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Il mestiere più antico del mondo non conosce crisi ma la concorrenza sì, quella asiatica innanzitutto. L'Irpinia a luci rosse è un mercato che rende a sfruttatori e maitresse spesso di origine extraeuropea. I luoghi del piacere proibito, e a buon prezzo, sono sparsi sul territorio.


Ma se è un centro piccolo, semmai tagliato fuori dai circuiti principali, si rischia di dare nell'occhio e suscitare sospetti, per cui è inevitabile l'arrivo dele Forze dell'ordine a mettere i sigilli ad appartamenti privati convertiti in alcove del sesso low cost'. Dall'inizio dell'anno sono tredici le case d'appuntamento scoperte, e poi chiuse, dai Carabinieri diretti dal colonnello Massimo Cagnazzo.

Diciotto le persone denunciate per avviamento e sfruttamento della prostituzione e quattro, tutte irpine, quelle arrestate per induzione al meretricio. L'ultimo caso risale a qualche giorno fa: in un rione di Ariano Irpino, a due passi da un noto santuario mariano, un cinese 48enne aveva messo su un redditizio giro d'affari sfruttando le grazie orientali di una connazionale che a sua volta adescava facoltosi clienti in rete mediante annunci ammiccanti pubblicati su un sito.
 
È questa la nuova frontiera del sesso a prezzi scontati gestito da privati e non da holding criminali. «Il fenomeno non conosce battute d'arresto - spiega Massimo Cagnazzo, comandante provinciale dell'Arma dei Carabinieri -. Le asiatiche poi stanno conquistando poco alla volta il mercato locale perché hanno un tariffario accessibile. La nostra attenzione è concentrata anche sui centri di massaggi. Le attività apparentemente lecite possono invece nascondere altri generi di attività come quello appunto dello sfruttamento della prostituzione». Il caso che ha fatto più scalpore ad Avellino fu quello, lo scorso anno, del circolo ricreativo «L'incontro» di piazza Kennedy dove il gestore con la complicità di altri due imprenditori irpini aveva avviato alla prostituzione, in questo caso, alcune studentesse minorenni in cambio di regali. Uno squallido baratto in natura ottenuto con l'inganno di doni griffati o ricariche telefoniche. Uno scambio scabroso di prestazioni sessuali consumate nel locale in cambio del silenzio delle giovanissime vittime.

«È un episodio che ha sconvolto anche noi - ricorda il colonnello Cagnazzo -. Una brutta pagina di cronaca locale e una ferita che si rimarginerà molto lentamente, specie per le protagoniste della vicenda tutte minori all'epoca dei fatti. Il nostro operato investigativo per stroncare lo sfruttamento della prostituzione non si ferma e punta a stanare i registi del giro». Gli inquirenti vagliano segnalazioni e denunce di consorti tradite e di condomini esasperati dagli andirivieni di clienti negli appartamenti presi in fitto sia nei grossi centri della provincia sia nel capoluogo. Ma è proprio attraverso la rete che gli investigatori riescono con maggiore facilità a risalire alle case d'appuntamento che spuntano come funghi sul territorio. Da Solofra a Mercogliano, da Monteforte a Grottolella, e ancora Santo Stefano del Sole e Atripalda e Montoro, sono numerosi i blitz messi a segno negli ultimi mesi dall'Arma dei Carabinieri contro il reato della prostituzione a domicilio che si serve però delle bacheche di annunci per stabilire un contatto con la clientela oltre all'intramontabile passaparola.


Si tratta di dominicane o venezuelane procaci, e sono quelle che danno maggiormente nell'occhio a differenza delle orientali che spesso si nascondono dietro i paraventi dei centri estetici e di massaggi che aprono e chiudono in breve tempo. Il giro è gestito in prevalenza dagli stranieri. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino