Covid ad Avellino, focolaio al Moscati: continuano i contagi tra i pazienti

Covid ad Avellino, focolaio al Moscati: continuano i contagi tra i pazienti
Nemmeno il livello di allerta della sorveglianza sanitaria, portato al massimo, ferma la diffusione del Covid-19 all'interno dell'Azienda ospedaliera Moscati. Altri 3...

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Nemmeno il livello di allerta della sorveglianza sanitaria, portato al massimo, ferma la diffusione del Covid-19 all'interno dell'Azienda ospedaliera Moscati. Altri 3 pazienti ricoverati nei reparti di Chirurgia d'urgenza (2) e Urologia (1) si sono contagiati durante la degenza. Entrati in corsia dopo aver fatto un tampone molecolare (con esito negativo) per curare altre patologie, tutti e tre hanno finito per contrarre l'infezione da Sars-Cov-2 e adesso sono stati trasferiti nell'area covid della città ospedaliera. A trasmettere loro il virus, molto probabilmente, sono stati degli operatori sanitari positivi ma asintomatici. Infatti, le visite ai pazienti sono off limits da fine novembre e proprio ieri la direzione strategica ha prorogato il divieto di accesso fino alla fine di febbraio.

L'altro giorno, invece, proprio per tentare di arginare la corsa del Covid-19 tra i reparti, era stato portato al massimo il livello di sorveglianza sanitaria con un netto giro di vite sullo screening al personale: da venerdì scorso un tampone nasofaringeo ogni 48 ore (presso l'Unità operativa di appartenenza). Prima di questa disposizione, emessa dalla direzione medica di presidio, il test era effettuato ogni 14 giorni nella maggior parte dei reparti e una volta alla settimana in quelli considerati più a rischio. Una stretta più che necessaria, ma che a quanto pare non ha avuto gli effetti sperati. Con quelli registrati ieri, il cluster dei degenti tocca quota 19 contagiati. Due dei quali, purtroppo, sono deceduti la settimana scorsa proprio per complicanze legate all'infezione da Sars-Cov-2. Si tratta di due donne, una di 87 anni originaria di Atripalda e l'altra di 81 anni originaria di Lauro. Al pari degli altri, le anziane erano entrata in ospedale per curare altre patologie. Ed erano arrivate in una stanza dell'unità operativa di Medicina interna soltanto dopo che il test molecolare aveva restituito un responso negativo. Tuttavia, durante la degenza, da uno screening di controllo, è emersa la loro positività al Covid-19. Quindi sono state trasferite nel reparto di Malattie infettive afferente all'area-covid dell'Azienda ospedaliera Moscati. Per entrambe, nel giro di pochi giorni, non c'è stato nulla da fare: il Covid-19 le ha sopraffatte strappandole alla vita. Gli altri reparti finiti sotto la mannaia del coronavirus sono quelli di Ematologia (6 contagiati, due dei quali sono in adesso in terapia subintensiva), Medicina interna (8 contagiati, due dei quali, come detto, deceduti) e Ortopedia (2). Ora nella black list anche Chirurgia d'urgenza e Urologia. In quest'ultimo reparto a fine gennaio, fu proprio il primario Vittorio Imperatore a dare il cattivo esempio brindando nel suo ufficio con i colleghi mentre la variante Omicron metteva in ginocchio l'ospedale. Infatti, oltre ai degenti sono un centinaio gli operatori sanitari in isolamento dopo essersi contagiati. Il medico napoletano, tuttavia, pensò di festeggiare i suoi 53 anni in una stanza dell'Unità operativa che dirige da un paio di anni pubblicando anche le foto sul suo profilo social.

Nemmeno redarguito dalla direzione generale, nessun provvedimento disciplinare è stato mai disposto nei confronti di Imperatore. Che adesso, però, si trova a fare i conti con un possibile focolaio proprio nel suo reparto: dopo il primo caso, è in corso uno screening straordinario e nella giornata di oggi il bilancio dei positivi potrebbe essere rivisto al rialzo. Eppure dopo la stretta, a rassicurare sulle condizioni di sicurezza all'interno della struttura di Contrada Amoretta era stato il direttore generale Renato Pizzuti: «In questo ospedale ha detto il manager lunedì mattina all'inaugurazione di uno sportello informativo - le condizioni di sicurezza sono elevate». Il riferimento era anche all'attacco della Funzione pubblica Cgil che con il segretario Licia Morsa, aveva in precedenza sottolineato le troppe lacune gestionali e organizzative. «Mi sorprendono queste parole aveva aggiunto il manager - Morsa dovrebbe sapere che qui si lavora in sicurezza dal 2020».

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Il Mattino