Moscati, mancano i letti per i contagiati dal Covid

Contagiati bloccati nel pronto soccorso, sei casi risultati positivi al tampone molecolare

L'ospedale irpino
Non ci sono più letti per i malati di Covid-19. I contagiati sono bloccati nel pronto soccorso dell'Azienda ospedaliera Moscati di Avellino. Sono 6 le persone risultate...

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Non ci sono più letti per i malati di Covid-19. I contagiati sono bloccati nel pronto soccorso dell'Azienda ospedaliera Moscati di Avellino. Sono 6 le persone risultate positive al tampone molecolare (alcune delle quali sono arrivate nella struttura di Contrada Amoretta per altre patologie, altre proprio perché casi sospetti di Covid-19) che stazionano nella sala di isolamento del reparto di Emergenza (dove ci sono in tutto 10 posti letto).


Due di queste, sono state accettate al triage sabato scorso, gli altri tra domenica e lunedì. La direzione strategica dell'Azienda ospedaliera Moscati ha allertato la Centrale operativa del 118 per tentare di reperire posti letto in altri ospedali della Regione, fino a questo momento è arrivato il «no» del Frangipane di Ariano Irpino.
Nelle prossime ore, i pazienti potrebbero essere quindi trasferiti altrove. Altrimenti sarà, giocoforza, aumentata la capienza dei posti letto riservati ai malati di Covid-19 che in questo momento all'Azienda ospedaliera Moscati è molto ridotta.


Infatti, superata la fase più tragica della pandemia la Palazzina Alpi (adibita per circa due anni a Covid Hospital) è tornata alla normalità e l'unico reparto dove è possibile ricoverare i contagiati è quello di Malattie infettive (qui sono ricoverati 18 pazienti). Mentre all'ospedale Frangipane di Ariano Irpino sono ricoverate 4 persone: 3 in degenza ordinaria e una in terapia subintensiva. Sul Tricolle, la notte scorsa è deceduto a causa di complicanze legate alla malattia un paziente di 76 anni originario della provincia di Avellino.

Al Moscati, invece, dal 28 novembre a oggi stando all'ultimo bollettino diffuso da Contrada Amoretta sono deceduti 7 pazienti, 4 uomini e 3 donne, tutti residenti nella provincia di Avellino: un 82enne, un 62enne, un 92enne, un 80enne, una 83enne, una 85enne e una 94enne. Dunque, 8 vittime in una settimana. A conferma del fatto che lo spettro del Covid-19 continua ad aleggiare sull'Irpinia. E che non è assolutamente il momento di abbassare la guardia.«Purtroppo dice Francesco Sellitto, presidente dell'Ordine dei medici di Avellino - questa è la conferma che il virus è ancora tra noi ed è ancora molto pericoloso».


Quindi ricordando la scomparsa di Ezio Gaita, medico di base a Montefredane, originario e residente nello stesso comune, scomparso a 65 anni, a fine novembre: «Probabilmente aveva contratto la malattia, nel suo studio medico dove ogni giorno riceveva decine di pazienti. Era un medico stimato e un caro amico, oltreché una persona estremamente attenta all'utilizzo di tutti i dispositivi di protezione individuale. Con lui perdiamo un grande professionista che ha dato tanto alla comunità irpina». Quindi, l'ennesimo appello a tutti i cittadini: «Non possiamo assolutamente abbassare la guardia altrimenti altre persone potrebbe pagare a caro prezzo questo rilassamento generale». Preoccupa anche il trend dei contagi, con una tasso di positività spinto all'insù dalle nuove varianti. Ieri l'Asl di Avellino ha comunicato la positività di 265 tamponi (sia molecolari sia antigenici) su 1241 test effettuati (32 casi nel capoluogo). Nel mezzo, una campagna vaccinale che ormai appare come un lontano ricordo con la quarta dose che continua a essere snobbata dagli avellinesi: gli hub lavorano a ritmo molto ridotto (sono sempre di meno le sedi aperte e gli orari sono limitati a mezza giornata) e non si vai mai oltre le 50 somministrazioni quotidiane (per quanto riguarda il secondo richiamo). Leggi l'articolo completo su
Il Mattino