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«Nelle aree interne della Campania serve lavorare a una risposta al calo della popolazione e anche economico». Lo ha detto il presidente di Confindustria Campania Gianluigi Traettino a margine della presentazione del Rapporto Economia Aree Interne della Campania, sottolineando che «bisogna partire dalla formazione. Serve una risposta in termini di formazione che sia rapida e che risponda ai tempi dettati dall'impresa».
«Solo attraverso una formazione che dia risposte ai nuovi mestieri necessari in un 5.0 economico si può drenare l'emorragia di risorse umane. E poi si deve comprendere che le aree interne sono zone di ponte di diverse parti del Paese: Sannio e Irpinia creano un'unione e un collante tra la sponda adriatica e tirrenica, ma penso anche all'Alta Velocità Napoli-Bari e alle piattaforme logistiche che vanno sostenute e rimarginano le ferite delle aree interne che oggi non hanno adeguati servizi». Per una prospettiva di crescita vera a Irpinia e Sannio servono investimenti pubblici, come sottolinea anche uno degli autori del rapporto, Pasquale Lampugnale, presidente piccola Industria Confindustria Campania.
«La fascia costiera della Campania - spiega - ha una realtà oggi di sviluppo, mentre l'area interna soffre di un forte spopolamento e ha un valore aggiunto che va sempre peggio.
Un quadro condiviso da Gerardo Canfora, rettore dell'Università del Sannio: «La conoscienza profonda dei fenomeni è un ingrediente fondamentale per definire le politiche di intervento e lo abbiamo fatto con le nostre competenze per creare un quadro più chiaro possibile dell'economia delle aree interne della Campania, in particolare per il Sannio e l'Irpinia. Dalla nostra analisi emerge una forte difficoltà del tessuto, che ha però grandi potenzialità di crescita. Siamo in piena epoca di trasformazione green ad esempio e il Sannio ha fattori di vantaggio su questo per l'adeguato sfruttamento di vento e sole. Ma aumentano anche le competenze, ad esempio nel nostro ateneo si sta sperimentando una soluzione di alimentazione ad idrogeno per le abitazioni civili. Ci sono dunque potenzialtà di crescita ma bisogna concretizzarle e fare sistema».
Tanto più che «sono troppi - dice - i nostri laureati che vanno via dal territorio, più della metà. E questo esodo impoverisce il territorio, perché i nostri laureati sono un investimento e quindi serve fare sistema per consentire a questi ragazzi di realizzare progetti di vita nel Sannio. Non basta creare lavoro ma serve lavoro di qualità per mantenere nel nostro territorio le intelligenze che sono la nostra ricchezza».
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