Cavalcavia chiuso sulla A16, rivolta di imprenditori e contadini: subito una soluzione

Cavalcavia chiuso sulla A16, rivolta di imprenditori e contadini: subito una soluzione
Una situazione al limite. Aziende e noccioleti ancora isolati dopo il sequestro del cavalcavia numero 22 dell’autostrada A16, agricoltori ed imprenditori ancora in cerca di...

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Una situazione al limite. Aziende e noccioleti ancora isolati dopo il sequestro del cavalcavia numero 22 dell’autostrada A16, agricoltori ed imprenditori ancora in cerca di soluzioni. Ieri a Sperone si è svolta la riunione dei Giovani democratici alla presenza del deputato del Pd Massimiliano Manfredi e del sindaco di Sperone Marco Alaia che hanno discusso del caso con i rappresentanti dei tanti proprietari terrieri e delle fabbriche. Manfredi ha reso noto di avere inviato, insieme alla collega Assunta Tartaglione, una lettera al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Del Rio ed al ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda per chiedere una rapida soluzione della situazione e la convocazione di un tavolo alla presenza di tutte le parti coinvolte. Sulla vicenda gli stessi deputati hanno presentato una interrogazione parlamentare lo scorso 5 luglio.


Nella notte tra lunedì e martedì intanto i tecnici di Autostrade per l’Italia hanno effettuato, dopo l’istanza della scoietà Euronut, le prove di carico sul cavalcavia numero 22. Il ponte è sotto sequestro dal 5 giugno per ordine della procura di Avellino ed a causa del “rischio di crolli” rilevato da una consulenza di parte. Da allora le imprese e i terreni sono isolati perché il cavalcavia era l’unica via di accesso alla zona industriale ed agricola del paese. Un caso che tiene banco da settimane e per il quale contadini e aziende chiedono una rapida soluzione.


«Il tempo vola - dichiara l’amministratore delegato di Euronut spa Domenico Manganelli - e senza soluzioni rapide si mette a rischio il ritorno ad una completa normalità produttiva e lavorativa per la nostra e le altre aziende che da un mese e mezzo sono solo parti lese. In queste settimane abbiamo collaborato, cercato strade condivise, proposto soluzioni temporanee e intrapreso un dialogo quanto più costruttivo con tutti i soggetti artefici e non di questa situazione. Ora è il momento di chiedere un impegno che sia definitivo e concreto a tutela dei lavoratori, delle loro famiglie e delle nostre aziende. Ogni giorno che passa senza risposte e con il ponte sequestrato è una pesante zavorra che si aggiunge e che compromette le nostre attività». 
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Il Mattino