Sanità nelle aree interne le telecamere di «Agorà» puntate sui servizi a rischio

Ospedali di Sant'Angelo dei Lombardi e Ariano Irpino al centro delle riprese

Il presidio sanitario
Riflettori accesi sugli ospedali delle aree interne. Le telecamere della trasmissione televisiva «Agorà» puntate sugli ospedali di Sant'Angelo dei Lombardi...

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Riflettori accesi sugli ospedali delle aree interne. Le telecamere della trasmissione televisiva «Agorà» puntate sugli ospedali di Sant'Angelo dei Lombardi e Ariano Irpino, con l'inviato Alessandro Perozzi. Il servizio andrà in onda domenica mattina su Rai 3 nello spazio condotto da Giusi Sansone. Ai microfoni dell'inviato il direttore sanitario dell'ospedale Criscuoli-Frieri di Sant'Angelo, Salvatore Frullone. E ancora il direttore generale dell'Asl Avellino, Mario Ferrante, il consigliere provinciale e presidente del Consorzio servizi sociali Luigi D'Angelis, il segretario generale Uil Irpinia-Sannio, Gaetano Venezia. Al centro del focus di Agorà, i servizi sanitari che rischiano di scomparire. L'Alta Irpinia come territorio emblema di una situazione comune a molte zone dell'Appennino. Reparti a rischio de-potenziamento, reparti in affanno, difficoltà nel reclutamento di medici e specialisti, concorsi che vanno deserti o che alla fine non forniscono il personale.

Criticità che poi si estendono a tutto il sistema sanitario provinciale perché un ospedale non è mai slegato dall'altro. I problemi si trascinano ormai da anni e a nulla sono valse le speranze di una sanità più vicina al cittadino, speranze sorte proprio nella prima fase della pandemia e che non hanno trovato attuazione fino ad ora. La cronistoria recente di ciò che è accaduto nel nosocomio altirpino è significativa. In pieno lockdown viene annunciata l'apertura della terapia intensiva. I cittadini sono chiusi nelle loro abitazioni ma l'entusiasmo è evidente, tanto che partono campagne e donazioni per attrezzare presto il reparto. Passano i mesi e quel reparto (pensato sulla carta) viene predisposto per il primo centro vaccinale della zona. Ad oggi nessuna traccia della terapia intensiva, perché nel frattempo non si trovano i rianimatori per popolarlo. La questione dei concorsi si ripropone sulla chirurgia sempre a Sant'Angelo dei Lombardi. Nonostante gli spazi vengano attrezzati con i fondi della Strategia nazionale delle aree interne, il personale si trova soltanto l'estate scorsa ma dopo poche settimane già si è in emergenza perché tre specialisti vanno altrove. E comincia nei mesi scorsi l'affanno di medicina, chirurgia, pronto soccorso.

Non si riescono a bilanciare i pensionamenti con i nuovi arrivi e non si riescono a trovare né a livello regionale né nazionale strumenti di deroga (lo status degli ospedali di montagna per esempio). Si muovono periodicamente i sindaci, si propongono soluzioni più «originali» (medici dall'estero) mentre in Regione Campania si prova a mettere nero su bianco la norma che imporrebbe ai vincitori di concorso di restare in una sede per almeno quattro anni (lo ha detto il consigliere regionale Maurizio Petracca proprio a Sant'Angelo dei Lombardi pochi giorni fa). Sempre nelle scorse settimane l'allarme dopo le parole del governatore Vincenzo De Luca, sui possibili tagli dei punti di pronto soccorso nei piccoli ospedali. E subito le rassicurazioni del manager Mario Ferrante sul fatto che quello di Sant'Angelo non verrà toccato. Ma l'intera vertenza sanitaria, questo appare chiaro, non è certo chiusa. Lo sanno bene pure i sindaci dell'Alta Irpinia che ieri si sono incontrati ad Andretta nell'assemblea del progetto pilota. Questione sanità non inserita nell'ordine del giorno ma comunque affrontata a margine dagli amministratori: le fasce tricolore non escludono altre azioni e trattative per trovare una soluzione per Sant'Angelo e per la Struttura polifunzionale della salute di Bisaccia.

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Il Mattino