Scuola, ripartenza in salita I sindacati: «Si rischia il caos»

Scuola, ripartenza in salita I sindacati: «Si rischia il caos»
La riapertura delle scuole superiori è totalmente al buio. I dirigenti scolastici, per via della legge sulla privacy, in questo momento non sanno neanche quanti docenti e...

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La riapertura delle scuole superiori è totalmente al buio. I dirigenti scolastici, per via della legge sulla privacy, in questo momento non sanno neanche quanti docenti e quanti collaboratori saranno al lavoro. Noi non abbiamo ancora dati precisi ma da una stima verosimile le assenze del personale per Covid, altre malattie o isolamento fiduciario si aggireranno almeno sul 10%, creando grossi problemi di organizzazione. Il segretario della Uil Scuola Avellino Benevento, Tonino D'Oria, punta l'indice contro l'assoluta mancanza di ascolto da parte del Governo e definisce assurda la querelle tra Palazzo Chigi e la Regione Campania, con l'annuncio del premier Draghi di impugnare l'ordinanza del governatore De Luca che chiude in presenza fino al 29 gennaio materne, elementari e medie.

Una posizione che trova completamente d'accordo anche i suoi colleghi di Cgil e Cisl. Con il contagio che divampa - continua - assistere a questo scontro, che sembra una scaramuccia tra bambini, mi suscita una forte indignazione. Il provvedimento del presidente della giunta regionale, benché abbia il sapore dell'eterna emergenza, è di buon senso: in questi giorni di Dad, infatti, si potrà accelerare sulle vaccinazioni e fare uno screening sugli studenti, per verificare l'effettivo grado di contagio nella scuola. Inoltre, secondo i virologi entro due settimane i numeri cominceranno a ridursi sensibilmente. Altro tema è quello delle criticità mai risolte quando ormai siamo al termine del secondo anno di pandemia. L'organico Covid - conclude il riferimento della Uil - non è certo sufficiente e i dirigenti stanno incontrando grandi difficoltà a reperire sostituzioni e supplenti. Insomma, un periodo di lezioni online per cercare di prendere tempo e riorganizzarsi è quanto mai opportuno. La critica dei sindacati di categoria sulle condizioni di sicurezza per affrontare le lezioni in presenza si lega, dunque, anche alle mancate risposte date fino ad oggi. Personale insufficiente, assenza di sanificatori dell'aria nelle aule, impossibilità di mantenere il distanziamento in classe, trasporti da ricalibrare, dall'inizio della pandemia - afferma la segretaria della Flc Cgil, Erika Picariello - parliamo delle stesse esigenze mai risolte

. Le istituzioni hanno responsabilità precise: la Regione non ha mai attivato un reale screening strutturato nelle scuole mentre il Governo ha puntato tutto sulla vaccinazione ma non ha scelto di farla diventare obbligatoria solo per salvaguardare equilibri politici. Non rafforzando e aggiornando in maniera concreta i protocolli di sicurezza, però, si è prodotto l'effetto contagio. E vista l'altissima capacità diffusiva di Omicron, riaprire alla didattica in presenza classi anche da 28 alunni significa aggravare la situazione e complicare la vita alle famiglie. Tra poco ci troveremo con i pronto soccorso intasati. Servono investimenti per un piano scuola adeguato a questa fase così delicata e invece anche i fondi del Pnrr non verranno utilizzati in questa direzione. Sulla stessa lunghezza d'onda anche Salvatore Bonavita della Cisl Scuola Irpinia Sannio: Credo che anche le superiori andassero chiuse. Osservare un periodo necessario di didattica a distanza per poi poter riaprire in piena sicurezza e non rischiare lunghe parentesi di stop è un percorso razionale. Nella situazione in cui ci troviamo oggi, specie in Irpinia, dove i contagi continuano a salire, e con una Unità di crisi regionale che addirittura sospende ricoveri e interventi non urgenti nelle strutture ospedaliere e delle Asl per trasferire personale sanitario nei reparti Covid, c'è poco da obiettare all'ordinanza di De Luca. E ancora: C'è bisogno di tempo per organizzarsi, mentre dal Governo mancano indicazioni più chiare: l'applicazione ai casi reali del protocollo per far scattare la dad è troppo complicata. Bene stanno facendo i sindaci a emettere propri provvedimenti nei loro comuni. Da Roma ci dicano una volta e per tutte: se questa variante è poco più di un raffreddore perché c'è questa corsa alla terza dose con l'annuncio di una quarta? Servono altre misure e maggiore coerenza.
 

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Il Mattino