OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
I genitori di due bambini che sarebbero finiti nel mirino del presunto pedofilo erano infuriati. Una mamma avrebbe aggredito un altro senegalese, scambiato per il 37enne arrestato a Novara con la pesante accusa di aver costretto a compiere atti sessuali bambini tra gli undici e i dodici anni del paese.
Ragazzini che avrebbe adescato tramite Facebook e Whatsapp o incontrandoli direttamente. Non solo. Un altro genitore avrebbe danneggiato il portone dell'abitazione dove risiedeva il 37enne - difeso dall'avvocato Nicola D'Archi - che è stato ammanettato venerdì della scorsa settimana in Piemonte. Sono stati sottoposti a sequestro i cellulari delle piccole vittime dell'immigrato. Emergerebbero dallo scambio di messaggi su Whatsapp le richieste del senegalese di foto delle parti intime dei ragazzini, a cui lui a sua volta avrebbe inviato proprie scabrose immagini. Il coraggio di questi genitori sarebbe stato dunque determinante per portare a galla una situazione che, se fosse confermata, sarebbe gravissima. I Carabinieri della Stazione di Serino e della Compagnia di Solofra, agli ordini del capitano Gianfranco Iannelli, hanno raccolto una serie di elementi e hanno sentito alcune persone per cercare riscontri.
Il 37enne arrestato avrebbe capito di essere ricercato dai militari, anche perché le voci su quei brutti episodi denunciati stavano iniziando a circolare con insistenza in paese. Il senegalese, che nella sua nazione d'origine ha moglie e figli, ha deciso di far perdere le proprie tracce, fuggendo da Serino. Il suo telefono cellulare è stato seguito dagli investigatori che non appena hanno avuto la certezza di dove si trovasse hanno fatto scattare le manette.
L'arresto è così avvenuto venerdì della scorsa settimana a Novara, intorno alle 22.
Sotto la lente degli inquirenti la posizione di un genitore che rivolgendosi al figlio, gli avrebbe chiesto se l'arrestato aveva provveduto a consegnare il denaro. Per ora non sono scattati provvedimenti nei suoi confronti.
La comunità di Serino non riesce a capacitarsi dell'accaduto. Il 37enne senegalese aveva una casa in comodato d'uso gratuito grazie alla generosità di una persona del posto. Aveva due lavori, entrambi con regolare assunzione, e si era perfettamente integrato in paese, dove viveva da circa dieci anni, mostrandosi sempre disponibile ed educato. L'amministrazione comunale ha subito attivato i servizi sociali. Uno dei bambini pare non volesse più studiare e preferiva non uscire di casa. Anche questo atteggiamento assunto dal ragazzino aveva fatto scattare l'allarme tra le famiglie. Il sindaco Vito Pelosi ha garantito il massimo supporto e ha voluto ringraziare gli uomini dell'Arma «per le indagini che sono state rapide e svolte con delicatezza». Investigazioni che vanno avanti per verificare anche eventuali e ulteriori coinvolgimenti di altri bambini.
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino