Senegalese pedofilo, la rabbia dei genitori:
danni alla casa, aggredito un africano

Senegalese pedofilo, la rabbia dei genitori: danni alla casa, aggredito un africano
di Katiuscia Guarino
Sabato 4 Giugno 2022, 08:47
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I genitori di due bambini che sarebbero finiti nel mirino del presunto pedofilo erano infuriati. Una mamma avrebbe aggredito un altro senegalese, scambiato per il 37enne arrestato a Novara con la pesante accusa di aver costretto a compiere atti sessuali bambini tra gli undici e i dodici anni del paese.
Ragazzini che avrebbe adescato tramite Facebook e Whatsapp o incontrandoli direttamente. Non solo. Un altro genitore avrebbe danneggiato il portone dell'abitazione dove risiedeva il 37enne - difeso dall'avvocato Nicola D'Archi - che è stato ammanettato venerdì della scorsa settimana in Piemonte. Sono stati sottoposti a sequestro i cellulari delle piccole vittime dell'immigrato. Emergerebbero dallo scambio di messaggi su Whatsapp le richieste del senegalese di foto delle parti intime dei ragazzini, a cui lui a sua volta avrebbe inviato proprie scabrose immagini. Il coraggio di questi genitori sarebbe stato dunque determinante per portare a galla una situazione che, se fosse confermata, sarebbe gravissima. I Carabinieri della Stazione di Serino e della Compagnia di Solofra, agli ordini del capitano Gianfranco Iannelli, hanno raccolto una serie di elementi e hanno sentito alcune persone per cercare riscontri.

Il 37enne arrestato avrebbe capito di essere ricercato dai militari, anche perché le voci su quei brutti episodi denunciati stavano iniziando a circolare con insistenza in paese. Il senegalese, che nella sua nazione d'origine ha moglie e figli, ha deciso di far perdere le proprie tracce, fuggendo da Serino. Il suo telefono cellulare è stato seguito dagli investigatori che non appena hanno avuto la certezza di dove si trovasse hanno fatto scattare le manette.
L'arresto è così avvenuto venerdì della scorsa settimana a Novara, intorno alle 22.

Nel primo interrogatorio, si è avvalso della facoltà di non rispondere. L'immigrato si trova rinchiuso nel carcere della città piemontese. Il penalista Nicola D'Archi ha presentato istanza al Riesame per chiedere di mitigare la misura cautelare. La competenza è stata trasferita alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli. Le vittime due sarebbero state accertate, ma quattro potrebbero essere finite nella rete del 37enne sarebbero state adescate con la promessa di danaro in cambio delle richieste, sia di recarsi a casa del presunto orco, sia di inviare fotografie delle parti intime. Per essere più convincente, il senegalese avrebbe inviato l'immagine di quattro banconote da 50 euro.

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Sotto la lente degli inquirenti la posizione di un genitore che rivolgendosi al figlio, gli avrebbe chiesto se l'arrestato aveva provveduto a consegnare il denaro. Per ora non sono scattati provvedimenti nei suoi confronti.
La comunità di Serino non riesce a capacitarsi dell'accaduto. Il 37enne senegalese aveva una casa in comodato d'uso gratuito grazie alla generosità di una persona del posto. Aveva due lavori, entrambi con regolare assunzione, e si era perfettamente integrato in paese, dove viveva da circa dieci anni, mostrandosi sempre disponibile ed educato. L'amministrazione comunale ha subito attivato i servizi sociali. Uno dei bambini pare non volesse più studiare e preferiva non uscire di casa. Anche questo atteggiamento assunto dal ragazzino aveva fatto scattare l'allarme tra le famiglie. Il sindaco Vito Pelosi ha garantito il massimo supporto e ha voluto ringraziare gli uomini dell'Arma «per le indagini che sono state rapide e svolte con delicatezza». Investigazioni che vanno avanti per verificare anche eventuali e ulteriori coinvolgimenti di altri bambini.
 

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