Nell'udienza di ieri mattina il Gup Flavio Cusani ha condannato (scelto il rito del patteggiamento) a due anni, pena sospesa, la maestra Maria Liguori. La donna di 52 anni,...
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In precedenza, nel settembre dello scorso anno, il Gup Loredana Camerlengo aveva respinto la richiesta di patteggiamento che prevedeva una condanna a un anno e quattro mesi per la maestra. Dopo il no del Gup gli atti erano tornati alla Procura che aveva richiesto un nuovo rinvio a giudizio davanti ad altro giudice. Da qui l'udienza tenutasi ieri mattina.
La donna era destinataria di un provvedimento di sospensione adottato dal gip Roberto Melone. L'insegnante era stata poi interrogata dal Gip e, in quella sede, aveva sostenuto di essere pentita ma di non riuscire a svolgere l'attività didattica. Gli alunni, a suo dire, «erano delle furie» nonostante l'età. La maestra aveva anche sostenuto nell'interrogatorio che, in classe, vi erano alcuni alunni con problemi e che l'insegnante di sostegno in servizio in quella prima all'inizio dell'anno era stata spostata, finendo con il rendere ancora più complessa l'attività didattica. Le indagini erano state condotte dalla Squadra Mobile. Alla polizia, nel mese di ottobre 2016, erano giunte alcune segnalazioni da parte di genitori di alunni che lamentavano, appunto, i comportamenti dell'insegnante. Alcuni di questi genitori avevano anche deciso di trasferire i propri figli in altre scuole, dal momento che apparivano molto provati da queste violenze subite durante l'attività didattica. Quelle segnalazioni agli inquirenti si erano aggiunte a quelle che i genitori avevano fatto anche a scuola. Tutte, comunque, erano passate al vaglio degli inquirenti, tanto che gli agenti della Squadra Mobile di Benevento avevano collocato nella classe dell'insegnante delle telecamere, per verificare non solo la veridicità delle affermazioni fatte dai genitori, ma anche la veridicità di questi maltrattamenti. Era stato possibile accertare che l'insegnante fosse solita picchiare i bambini quotidianamente, colpendoli con schiaffi, calci e non esitava a colpirli con libri e quaderni sulla testa. A volte usando anche blocchi di fogli o altro materiale didattico. Non mancavano neppure epiteti ingiuriosi. Le indagini erano state coordinate dal sostituto procuratore Iolanda Gaudino. La vicenda aveva suscitato anche polemiche e alcuni insegnanti avevano affisso davanti alla scuola un manifesto di solidarietà nei confronti della docente. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino