Un susseguirsi di interrogatori per tutta la giornata per gli indagati dello scandalo relativo al concorso per entrare nelle forze dell'ordine. Un duplice fronte investigativo...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LEGGI ANCHE Mercato delle «pennette», in viaggio verso Roma con salsicce e mazzette
Anche il vice prefetto Claudio Balletta si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma ha fatto qualche dichiarazione spontanea negando le contestazioni e aggiungendo di non avere un ruolo nella compilazione delle commissioni di esami e quindi del loro condizionamento. Il suo legale Bruno Naso ha già preannunziato un ricorso al Tribunale del Riesame. L'accusa, invece, ritiene che «il capo e il promotore» di questa organizzazione era proprio il vice prefetto «che reclutava uno o più pubblici ufficiali componenti delle commissioni di concorso e competenti per la decisione in ordine alle varie fasi dei concorsi, disposti ad accettare somme di denaro provenienti da candidati o dalle loro famiglie». Inoltre l'accusa ritiene che Balletta «poteva nominare o sostituire i commissari di esame dei concorsi nei vigili del fuoco (in passato nei concorsi presso la polizia di Stato perché era in servizio presso quella struttura), aveva contatti costanti con i dirigenti medici delle commissioni d'esame ed era in grado di conoscere prima della loro pubblicazione la banca dati contenente i quiz preselettivi del concorso di imminente pubblicazione».
LEGGI ANCHE Concorsi pubblici, ecco il tariffario di Benevento: arrestato viceprefetto
Questo interrogatorio si è svolto con la formula del «remoto» con Balletta, detenuto nel carcere di Roma, assistito dal suo legale, il Gip Vincenzo Landolfi presso il suo ufficio al Palazzo di Giustizia e il sostituto procuratore Francesco Sansobrino dalla sua stanza in Procura. Venerdì sarà invece la volta di altri tre indagati destinatari di misure che saranno interrogati dal Gip Landolfi: Eduardo Zolli, 66 anni, indicato come intermediario, ora all'obbligo di dimora ad Apollosa, Alessandro Filippo Lupo 56 anni, di Treviso, e Gianluca Galliano, 45 anni, nato a Benevento, ma residente ad Ardea, sospesi per 12 mesi dall'esercizio delle funzioni, rispettivamente, di vigile del fuoco e agente di polizia. Sono difesi da Sergio Rando, Gabriele Vescio e Stefano Travaglione. Tra gli elementi emersi in questa indagine, oltre alle irregolarità nell'ambito dei test al centro dei concorsi, finivano i partecipanti all'organizzazione. Attenzione rivolta anche alle prove selettive per ciò che riguarda le visite mediche e fisiche che si tenevano in varie caserme romane, secondo i vari corpi. Il gip Landolfi nella sua ordinanza ha voluto ribadire che quando emergeva delle intercettazioni è stato poi approfondito con pedinamenti, videoriprese e immagini registrate da sistemi di videosorveglianza.
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino