Benevento, lavoro negato: si allarga il fronte del malcontento

Benevento, lavoro negato: si allarga il fronte del malcontento
Commercianti ma non solo. La protesta dei più colpiti dalle misure restrittive si salda nella terza giornata di mobilitazione. In strada scendono ristoratori ma anche...

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Commercianti ma non solo. La protesta dei più colpiti dalle misure restrittive si salda nella terza giornata di mobilitazione. In strada scendono ristoratori ma anche titolari di palestre, gestori di strutture sportive dilettantistiche, operatori culturali, guide turistiche. Un mondo variegato ma affratellato dai morsi della pandemia. Il comune denominatore lo indica Pasquale Basile, storico attivista dei movimenti civici e rinomato chef cittadino che imbraccia il megafono davanti ai duecento accorsi ai piedi della prefettura: «Siamo i non garantiti, quelli che hanno pagato e stanno pagando più di tutti gli effetti della pandemia». Gli applausi scrosciano e punteggiano il veemente discorso del portavoce: «Si criminalizzano intere categorie di lavoratori che hanno la sola colpa di volersi guadagnare onestamente da vivere - denuncia Basile -. Noi non siamo camorristi o delinquenti. Non neghiamo la serietà della problematica sanitaria ma chiediamo provvedimenti proporzionati. Che senso ha per un ristorante restare aperto tra le 15 e le 18? Cosa significa attività non essenziali? Lo sono forse le palestre nelle quali tanti operatori hanno investito risorse per adeguarle alla riapertura?».

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Basile stigmatizza tutte le istituzioni e mette nel mirino in particolare l'amministrazione comunale: «Mastella ogni giorno assicura a parole solidarietà e sostegno ai cittadini. Ci telefona a casa a tutte le ore. Ma a noi non serve chi ci dice come lavarci le mani. Il sindaco la pianti con le pagliacciate e si adoperi concretamente per alleggerire le tasse di propria competenza, Tari e Tosap in primis. Il Comune dica come vuole essere vicino ai cittadini, ai commercianti. Attendiamo un segnale. Noi saremo qui fino a quando le istituzioni non ci daranno risposte». Il sindaco ieri è intervenuto sul tema con l'usuale messaggio via social: «Questa storia di chiudere alle 18 i ristoranti e bar ha dell'incredibile. Con le dovute cautele bastava confermare l'orario delle 23. Sono contrario a questa misura, mi appare senza senso».

Nei prossimi giorni il sindaco potrebbe ricevere una delegazione dei promotori della protesta nata spontaneamente venerdì sera all'annuncio del lockdown regionale poi ritirato da De Luca. Contatti in tal senso sono in corso. Il tam tam crescente ha mobilitato un numero di manifestanti ben più corposo di quello sceso in strada sabato. Vistoso il colpo d'occhio su corso Garibaldi occupato dalle decine di aderenti che, cartelli al collo, ricordavano le pesanti privazioni cui sono costretti. I provvedimenti violerebbero persino la Costituzione, come rappresentato plasticamente dalla copia della Carta posta sul tavolino da ristorante al posto del menu. Presente il responsabile del Movimento Imprese e ospitalità Mario Carfora. «Non è solo una questione economica ma di diritti - ha evidenziato Stefano Forgione, operatore culturale e docente precario -. Se una persona viene privata del lavoro non perde semplicemente le risorse per sopravvivere ma la dignità». Come sabato, i partecipanti al sit in si sono messi in marcia verso alcuni snodi cruciali della viabilità. Paralizzati in sequenza gli incroci di piazza Castello, via XXIV Maggio, via De Caro. «Scusateci per i disagi. Siamo quelli che vi servono il caffè, che vi fanno da mangiare al ristorante, che lavorano nei cinema e nei teatri nei quali andate a divertirvi» hanno spiegato agli automobilisti imbottigliati. Argomentazioni accolte da una sventagliata di clacson. Non ci sono comunque tensioni né incidenti, sotto gli occhi vigili delle forze dell'ordine e della polizia municipale. Il «quarto Stato» ha dunque marciato lungo viale Mellusi tornando poi a piazza Castello dove il corteo si è sciolto. Oggi probabile replica. 

L'iniziativa continua ad occupare anche le cronache politiche. «Sosteniamo le ragioni della manifestazione» commenta in una nota «Civico 22», accreditato di velleità elettoralistiche alle prossime comunali in antitesi a Mastella. «I piccoli imprenditori che hanno dimostrato coraggio nel riaprire le loro attività dopo il lockdown, oggi hanno bisogno di un piano credibile non li costringa a chiudere per sempre. Come affermato da Basile, c'è bisogno di proporzionalità nelle restrizioni, sostegni diretti alle imprese, contributi all'affitto, bonus bollette, rinvio delle rate di mutuo, proroga esenzione Tosap e Tari. E di una comunicazione istituzionale responsabile». Ieri alla manifestazione anche il segretario provinciale della Lega Luca Ricciardi. 

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Il Mattino