Vaccinati, il Sannio sfiora ​quota 80%: ora lo sprint finale

Vaccinati, il Sannio sfiora quota 80%: ora lo sprint finale
Ancora in ascesa il numero dei vaccinati nel Sannio che sono alle soglie del 78% per quanto riguarda la somministrazione di entrambe le dosi e all'84% per l'inoculazione...

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Ancora in ascesa il numero dei vaccinati nel Sannio che sono alle soglie del 78% per quanto riguarda la somministrazione di entrambe le dosi e all'84% per l'inoculazione delle prime. I risultati sono soddisfacenti ma si continuerà ancora a mantenere i centri vaccinali aperti per dare la possibilità ai ritardatari e ai ragazzi non ancora vaccinati, di provvedere entro l'inizio dell'anno scolastico. Per la prossima settimana, è prevista l'apertura di un centro in ogni sede distrettuale dal lunedì al venerdì, mentre l'hub dell'ex caserma Pepicelli, oltre all'apertura quotidiana fino alle 14, il lunedì e il giovedì sarà operativo fino alle 17. I vaccini somministrati ieri all'hub di viale degli Atlantici sono stati 400, equamente suddivisi tra prime e seconde dosi, cui si aggiungono le oltre 600 inoculazioni nelle altre sedi distrettuali.

Allo stato attuale, il più è fatto e lo dimostra il fatto che ci sono già oltre 200000 abitanti del Sannio, annoverati tra la popolazione vaccinabile, che hanno fatto la prima dose e molto pochi, tra coloro che appartengono alla prima tornata dei vaccinati, che devono ancora fare i richiami: mancano all'appello i ritardatari che hanno deciso di fare la prima dose nel mese di agosto e che ancora si stanno presentando ai centri vaccinali. Infatti, anche per oggi è prevista l'inoculazione di soli 200 richiami, cui si aggiungeranno i volontari che, da quando ci si può vaccinare anche senza registrarsi in piattaforma, mantengono un trend di 200 presenze al giorno, a conferma della volontà dei giovanissimi di acquisire maggiore libertà di movimento. Ci sono poi i pochi insegnanti che avevano scelto di rimanere fuori dal programma vaccinale, e che ora sono tornati sui loro passi perché l'alternativa per poter accedere a scuola è rappresentata dall'esecuzione di un tampone ogni due giorni che attesti la negatività al Covid. In molti, hanno tentato di percorre anche questa via, rivolgendosi ai centri accreditati del territorio, rendendosi conto che si tratta di una strettoia che, oltre a una serie di difficoltà oggettive, comporterebbe l'esborso di almeno 200 euro al mese per ottenere il green pass provvisorio. Strettoia da cui si può uscire solo attraverso la vaccinazione.

Quello di esibire il green pass per tornare a scuola è sicuramente un provvedimento rigoroso che, insieme all'ambiente scolastico, sta coinvolgendo in prima persona anche il personale sanitario del territorio, costretto a sottoporsi al vaccino se non in possesso di validi motivi di salute per astenersene. Il rischio concreto, in caso di diniego è quello dell'allontanamento dal luogo di lavoro o, in alternativa, il demansionamento.

Tuttavia, l'attività vaccinale potrebbe riprendere con maggiore lena già nei prossimi giorni perché, nelle ultime ore, il governo ha stabilito di procedere con la somministrazione della terza dose alle persone fragili per potenziare la loro risposta immunitaria in considerazione dell'effetto delle varianti. In pratica, la decisione nasce sia dalla considerazione che i soggetti fragili sono stati tra i primi a essere vaccinati e che, quindi, la risposta anticorpale potrebbe essersi abbassata, che dal fatto che molti di loro sono anche immunodepressi, a causa delle malattie da cui sono affetti oppure per effetto dei farmaci che sono costretti ad assumere per contrastare le patologie gravi e pregresse che li affliggono. Bisogna, inoltre, considerare che all'attività vaccinale per contrastare il Covid si dovrà affiancare la campagna annuale contro la sindrome influenzale per evitare che i sintomi delle due malattie virali, totalmente sovrapponibili, possano creare panico e disagi in pronto soccorso. Ancora non si conosce la data di inizio di quest'ultima ma, con molta probabilità, non sarà anticipata come lo scorso anno.



Rimane fermo a nove il numero dei pazienti in degenza nell'area Covid del Rummo dove si è registrata una dimissione e un nuovo accesso. Nei reparti Covid dell'ospedale cittadino continua a mantenersi in una condizione di equilibrio precario tra una guarigione e un nuovo ricovero che, tuttavia, non rassicurano i sanitari che auspicano lo svuotamento totale e duraturo dell'area Covid. Modesto anche il numero dei positivi sul territorio che, secondo il report quotidiano della protezione civile è pari a nove unità.
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Il Mattino