Giungla pubblicità: a Benevento 141 cartelloni sono fuorilegge

Giungla pubblicità: a Benevento 141 cartelloni sono fuorilegge
«Sono stati effettuati i dovuti controlli che hanno prodotto un centinaio di verbali. Tantissimi gli abusivi. Ora, ci sarebbe da passare alla rimozione in danno»....

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«Sono stati effettuati i dovuti controlli che hanno prodotto un centinaio di verbali. Tantissimi gli abusivi. Ora, ci sarebbe da passare alla rimozione in danno». Così, il capitano della polizia municipale Franco Casale. Di tutte le forme, le dimensioni, i colori. Posizionati ovunque. Lungo i marciapiedi spartitraffico, sulle aiuole, nelle piazze, in zone vincolate. Angoli della città trasformati in «cartellopoli», una jungla di impianti pubblicitari che non si riesce a disciplinare.

 
Nonostante le buone intenzioni più volte espresse, l'impasse a palazzo Mosti regna sovrana. La commissione consiliare ha deciso di apportare alcune modifiche al regolamento licenziato nel 2015 ma, pare che qualche dirigente non sia d'accordo e tutto si è impantanato. Intanto, i cartelloni continuano a spuntare come funghi nella stagione propizia. Si era detto di accorpare la gestione in un unico settore, quello urbanistico, sottraendone dunque una parte al settore mobilità. Per ora, nulla è stato fatto. Eppure, dalla pubblicità l'ente ha previsto di incamerare poco meno di mezzo milione.

A distanza di ben due anni dalla presentazione delle istanze, l'Ufficio traffico ha scritto alle ditte richiedendo di integrare la documentazione, avvertendo di non esporre messaggi pubblicitari fino al rilascio dell'autorizzazione definitiva. Ammontano a 150 le istanze inoltrate dai privati per la conferma, delocalizzazione e installazione di nuovi impianti. La «Andreani Tributi», intanto è all'opera da qualche mese, per questioni tecniche però ha dovuto sommare alla Tosap l'esazione per la pubblicità, ma si appresta alla rendicontazione per il primo trimestre. Intanto, ha effettuato un primo monitoraggio degli impianti, solo come affissione diretta (ossia le affissioni di manifesti e simili effettuate per conto altrui da soggetti privati, diversi dal Comune e dai suoi concessionari) ne ha contati 141, oltre ad una ventina senza aver potuto individuare l'installatore. Gli impianti sono ripartiti in quattro classificazioni: oltre a quella di affissione diretta, quelli di affissione pubblica, di proprietà del Comune o collocati su spazi asserviti ad uso pubblico individuati dal Comune, nonché cartelli pubblicitari permanenti e insegne luminose e di esercizio.

Per disciplinare la distribuzione dei mezzi pubblicitari, il regolamento del 2015 suddivide il territorio cittadino in quattro zone: centro storico buffer zone Unesco, dove si prevede di localizzare il 10% degli impianti; centro abitato, quella fetta di territorio (centro storico escluso) dove si prevede di installare il 30% degli impianti; zona industriale, commerciale, artigianale che ospiteranno il 35% degli impianti; aree esterne al centro abitato dove va localizzato il 15% degli impianti. All'interno del centro storico, zona di pregio e valore storico-ambientale, l'installazione di qualsiasi mezzo pubblicitario deve garantire la tutela ed il rispetto dei valori esistenti. Pertanto, è possibile installare solo insegne di esercizio, locandine e impianti pubblicitari di esercizio, come fermate autobus, pensiline, cestini, panchine, orologi, trespoli e targhe.


Da quest'anno, il costo della pubblicità è aumentato: per collocare insegne, cartelli, locandine, targhe, stendardi, per ogni metro quadrato di superficie e per anno solare si dovranno sborsare 23,24 eur. Per la stessa pubblicità che abbia superficie compresa tra mq. 5,50 e 8,50, la tariffa è maggiorata del 50% e sale a 34,86 euro. Per quella con superficie oltre a mq. 8.50, la tariffa è maggiorata del 100% (46,48 euro). Le maggiorazioni apportate sono dovute all'obbligo per i Comuni in dissesto di elevare al massimo l'imposta.
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Il Mattino