OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
«È necessario riaprire il tavolo di confronto sull'emergenza del 118 perché la conoscenza dei territori è di fondamentale importanza per la medicina del territorio». A sottolinearlo in una nota, è Nicola Boccalone, responsabile dell'assemblea territoriale del Tribunale del malato di Benevento, prendendo spunto dal decesso di un 69enne di Ginestra degli Schiavoni soccorso dall'ambulanza demedicalizzata che presta servizio nel comune fortorino. In pratica, il pensionato era stato colto da un infarto nella mattinata di lunedì ed era stato soccorso dall'infermiere e dall'autista soccorritore del Saut locale. Nonostante gli operatori sanitari avessero messo in pratica tutte le manovre per rianimarlo, per l'uomo, già privo di conoscenza all'arrivo del mezzo di soccorso, non c'era stato nulla da fare. Contestualmente, la centrale operativa del 118 aveva contattato un medico in servizio che era arrivato da Benevento a distanza di un'ora dall'accaduto. Con molta probabilità, l'uomo sarebbe morto anche se il medico fosse stato sotto casa perché non ha mai ripreso conoscenza ma l'infarto miocardio acuto è una di quelli accidenti considerati «tempo-dipendenti» poiché richiedono interventi immediati e mirati, insieme alla somministrazione di farmaci che solo il medico si può assumere la responsabilità di inoculare. Prima si agisce e più alta è la possibilità di scongiurare sia la morte del paziente che la necrosi delle cellule cerebrali con conseguenti danni irreversibili cognitivi e motori.
«Il sistema emergenziale messo in piedi dalla organizzazione del territorio - spiega Boccalone - evidenzia la sua scarsa aderenza alle esigenze primarie della provincia sannita, per questo l'episodio di Ginestra degli Schiavoni non sorprende, purtroppo.
La decisione del management dell'Asl di demedicalizzare 6 delle 10 ambulanze del Sannio non era stata accettata di buon grado dalle organizzazioni sindacali dei medici del 118, dalle istituzioni e dai cittadini dei centri interessati che hanno dovuto piegarsi alle scelte piovute dall'alto, come sempre capita, costretti a mercanteggiare per ottenere qualche concessione in più. Così, da 6 mezzi da demedicalizzare ne sono rimasti 4 ma il Fortore è stato fortemente penalizzato perché ha perso il medico a bordo sia sull'ambulanza di San Bartolomeo in Galdo che su quella di Ginestra degli Schiavoni. «Alla luce di quanto è accaduto nelle ultime ore conclude Boccalone - risulta evidente che le posizioni di contrasto non erano da considerare come mere azioni di contestazione né come infondate sottolineature ma avrebbero meritato appropriate considerazioni e valutazioni. L'onore della decisione comporta oneri e determina conseguenze non sempre auspicabili che ricadono inesorabilmente su chi le subisce».
Leggi l'articolo completo suIl Mattino