Tari, dietrofront di Di Maria: sospesa la delibera sui rincari

Tari, dietrofront di Di Maria: sospesa la delibera sui rincari
I sindaci non hanno alcuna intenzione di far pagare ai propri amministrati ulteriori costi rispetto a quelli già previsti nei ruoli, ma non ci sarà alcun conflitto...

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I sindaci non hanno alcuna intenzione di far pagare ai propri amministrati ulteriori costi rispetto a quelli già previsti nei ruoli, ma non ci sarà alcun conflitto istituzionale. La tariffa di 14,57 euro, determinata dal presidente della Provincia per far fronte ai costi fissi stimati per il 2019, non sarà caricata sui cittadini. Almeno per ora. Moltissime le «fasce tricolori» che stanno condividendo un documento finalizzato a richiedere al presidente Antonio Di Maria la sospensione preliminare degli effetti del deliberato, suscettibile di provocare un contenzioso «a tappeto» con tutti i Comuni della provincia, non opportuno in questo difficile momento.

 
Dopodiché, va attivato un tavolo tecnico di confronto per ricercare, assieme, la migliore soluzione possibile. Di fronte a tale iniziativa, il numero uno della Rocca non intende sottrarsi: «Molti i sindaci che mi stanno chiamando condividendo tale posizione. Da parte mia, come ho già avuto modo di dire nel nella riunione tenutasi in prefettura, non vi è alcuna intenzione di fare muro contro muro. La Provincia non è la controparte, pertanto, aderirò alla richiesta, sospendendo la deliberazione, nelle more di trovare una via d'uscita a una problematica seria e complessa quale quella dei rifiuti. Attiveremo il tavolo tecnico puntando a una soluzione la più condivisa possibile».

In relazione all'atto del 27 giugno, e della susseguente nota inviata dalla Samte, che preannunciava il recapito di una fattura finalizzata a coprire i costi fissi dell'anno in corso (4.066.074 euro), i sindaci, cittadini e utenti del servizio integrato rifiuti della provincia, ricordano a Di Maria che i noti eventi dell'estate 2018 hanno interrotto le attività dello Stir di Casalduni, così come da oltre 5 anni risultano interrotte le attività di smaltimento nella discarica di Sant'Arcangelo Trimonte. Per l'effetto di tali eventi, da circa dodici mesi e presumibilmente per almeno altri sei mesi, sino a tutto il gennaio 2020 -, ogni Comune si è «attrezzato» per smaltire con proprie risorse tecniche ed economiche esclusive lo smaltimento dei rifiuti prodotti nel proprio territorio comunale: «È superfluo segnalare che i relativi costi, purtroppo maggiorati di mese in mese, sono stati inseriti nei rispettivi ruoli Tari, in molti casi con aggravi per le tariffe cittadine». Inoltre, la bozza di piano industriale Samte, approvato dalla Provincia, senza un auspicabile confronto con gli enti locali interessati, conferma le criticità del ciclo provinciale rifiuti, ben note a tutti i sindaci interessati, posticipando la riapertura della effettiva gestione a tutto il primo semestre 2020. «Appare opportuno scrivono i sindaci istituire un tavolo tecnico di confronto che consenta ai Comuni di superare la fase di emergenza attuale, anche in ragione della annunciata chiusura di alcuni impianti regionali, e alla Provincia di gestire tale fase transitoria, assicurando i servizi essenziali quali la conduzione post mortem di alcuni siti dismessi, per i quali i relativi oneri non potranno che gravare sulla Presidenza del Consiglio dei Ministri, che tali siti ha istituito e gestito». Condizione preliminare per la prosecuzione del confronto nel tavolo tecnico è la sospensione degli effetti del deliberato provinciale 144/2019 per almeno 30 giorni, il tempo necessario alla ricerca di una soluzione ponte: a tale tavolo è auspicabile la partecipazione dell'Anci e dei responsabili della Provincia, dove è da escludersi la partecipazione della Samte, sulla cui gestione degli ultimi 5 anni deve essere effettuata una riflessione più complessiva.


Nella mattinata di ieri, inoltre, il prefetto Cappetta ha presieduto una riunione per affrontare la questione del mancato ritiro dell'umido. Presenti i sindaci di San Giorgio del Sannio, Amorosi, Foglianise, Airola, San Salvatore, Pontelandolfo e Telese. Il prefetto si attiverà nei confronti della Regione e dei gestori del settore. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino