Al San Paolo gratis, politica all'ultimo stadio

Al San Paolo gratis, politica all'ultimo stadio
Ingresso libero, quindi, mantenendo privilegi da sottorepubblica, da basso impero, da ultimi giorni di Pompei, che stridono con il clima barricadero e assenteista che predomina...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Ingresso libero, quindi, mantenendo privilegi da sottorepubblica, da basso impero, da ultimi giorni di Pompei, che stridono con il clima barricadero e assenteista che predomina quando si tratta di decidere le sorti del palcoscenico dello sport cittadino. E fosse solo quello. Tra i duri e puri del privilegio all’ultimo stadio c’è anche il sindaco Luigi de Magistris che ha espresso il proprio no alla richiesta avanzata da due consiglieri di Ricostruzione Democratica pronti a cominciare la ricostruzione della democrazia partendo dai gol di Insigne e Higuain. Ma il loro tiro è stato parato da ben 22 avversari (tanti sono stati i voti contrari). Tutt’e due le squadre nel rettangolo della porta. Il presidente Raimondo Pasquino ha confermato il proprio ruolo di arbitro e si è astenuto, insieme ad altri cinque. È stata davvero una scena da standing ovation dell’autolesionismo, un autogol per una classe amministrativa incapace, in occasioni ben più decisive, di volare e di votare. Ma il benefit, odioso per quanti amano il calcio e allo stadio devono rinunciare, non si tocca. È una linea del Piave che li rende tutti arditi. Boia chi molla il tagliando. Hanno invocato il diritto al riposo pedatorio dopo un’estenuante settimana di lavoro politico o il «potere ispettivo» degli eletti del popolo. Roba da polveroso Kgb o da «Fattoria degli Animali». Il biglietto a scrocco spetta di diritto ai 48 consiglieri di via Verdi (due a testa), ai dieci presidenti delle Municipalità, agli assessori e ad alti dirigenti di Palazzo San Giacomo. Che poi in gran parte al San Paolo manco ci vanno. Regalano il prezioso biglietto ad amici e parenti e magari pure a qualche cliente, praticando il tifo di scambio. Un manipolo di imbucati, insomma, a fine mandato. Tra sei-sette mesi, vincerà chi vincerà le elezioni comunali, gran parte di loro andrà a casa. Ma loro si consolano: faranno a tempo a godersi l’ultima di campionato.
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino