Non parli inglese? Niente pizza!

Sergio Miccu, presidente Apn
Il palinsesto delle manifestazioni gastronomiche napoletane a New York è ricco di prime edizioni, talvolta c’è qualche seconda. Soprattutto quando a soddisfare...

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Il palinsesto delle manifestazioni gastronomiche napoletane a New York è ricco di prime edizioni, talvolta c’è qualche seconda. Soprattutto quando a soddisfare le esigenze dei politici c’erano risorse praticamente illimitate.

TuttoPizza organizzata da Raffaele Biglietto e Sergio Miccu ha però dalla sua almeno due motivi che lasciano ben sperare per il suo prosieguo.

Tralasciando l’esperienza organizzativa che hanno alle spalle e il fatto che gli spazi si sono riempiti tutti, quel che conta è il futuro che fa da contraltare al passato. Infatti abbiamo una grande tradizione lunga due secoli che pesa in ogni piatto e che adesso comincia a fare gola anche dal punto di vista editoriale. Dall’altro ci sono gli studi di settore resi noti proprio in conferenza stampa venerdì scorso che confermano una tendenza in continua crescita della pizza in quasi tutto il mondo.

Basta una passeggiata per le strade di Napoli per rendersene conto: le iniziative si moltiplicano e dopo una continua corsa a al ribasso nel ventennio ‘70-‘80 vediamo oggi che si va nella direzione opposta, ossia tutti cerano prodotti particolari e studiano nuove tecniche. Sta venendo fuori una nuova generazione di pizzaioli che, pur scontando un forte individualismo al limite dell’infantilismo esasperato dai social network, è competitiva sulla qualità ritrovando l’orgoglio di un mestiere che sino a non molto tempo fa non poteva neanche essere esibito.
Materie prime, macchinari, formazione, tecniche, comunicazione. Si discute di tutto qui a Napoli, per un motivo molto semplice: dopo San Paolo del Brasile e New York è la città con il più alto numero di pizzerie.
Resta fondamentale la formazione. Che non significa solo saper impastare ma anche conoscere i prodotti e, soprattutto, saper parlare inglese.

A un recente corso di lingua pensato proprio per i pizzaioli non si è presentato nessuno. delle due l'una: o snano già tutti una lingua oltre l'italiano, o non hanno capito cosa sta succedendo nel mondo e non farnano i pizzaioli. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino