«Sofia, la bimba morta di malaria? Non credete sia stata la zanzara»

«Sofia, la bimba morta di malaria? Non credete sia stata la zanzara»
«Siamo un gruppo chiuso contro i vaccini. E ci passiamo le notizie». L'ultimo messaggio è vocale. Un...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Siamo un gruppo chiuso contro i vaccini. E ci passiamo le notizie».


L'ultimo messaggio è vocale. Un audio, più efficace. Diffuso tramite WhatsApp.

Accento del nord, si presenta come «carissimo amico» di un amico di famiglia. Parla di Sofia (senza mai chiamarla per nome), la bimba di 4 anni morta di malaria. E rivela: «Spaventati dal decreto, i genitori l'hanno portata a fare tutti i vaccini obbligatori». Così è finita in coma, a Brescia, e in tragedia.

«Sapete cosa hanno riferito loro i medici? Che la bambina è stata punta dalla zanzara africana e ha preso la malaria. Roba da non credere...».
 
«Vi giuro che i genitori hanno detto che la febbre le è venuta subito dopo i vaccini: dopo qualche ora, non giorni», ripete.

Provo a indagare. Il primo contatto, in assoluta buona fede, che mi ha fatto ascoltare l'audio, dà il recapito di un'altra madre per cercare di intercettare l'autore del messaggio. «Forse è il marito: chiama». Risposta? «Non so dire chi lo abbia diffuso, magari lo sapessi. Non conosco nessuno di questo gruppo WhatsApp». Cortese ma ferma, la donna racconta di vivere in provincia di Napoli e mi dà un altro numero di telefono, che però rimanda a un altro contatto e, di rimbalzo, a un altro ancora. Il più sospettoso, un uomo. Non quello del messaggio: «L'ho condiviso, ma non so chi l'abbia messo. Non posso risalire perché cancello tutte le chat», afferma. Di dov'è? «Perché dovrei dirlo?»

Già: perché.

L'amico di famiglia, almeno per ora, resta senza nome. 

Intanto, il suo audio «sta facendo il giro d'Italia» (come ammettono in chat gli stessi no-vax) e seminando il panico tra genitori già spaventati che non credono più a niente e a nessuno. O, forse, a qualcuno sì. A una voce anonima, che dice tutto il contrario della verità dei medici. Non importa se le incongruenze sono evidenti. Nel merito, i vaccini obbligatori per la scuola non si praticano mai tutti insieme; c'è una diagnosi tragica ma chiara che spiega la malattia di Sofia; la sua famiglia, intervistata da più giornalisti, non punta mai il dito contro la profilassi e racconta tutt'un'altra storia. Nella forma, nessuno ci mette la faccia, genitori si fidano di altri mai visti, ma non dei pediatri che li seguono da vicino, e neanche della stampa. 


Di certo, è difficile oggi distinguere tra informazione trasparente e promozione neanche tanto celata da informazioni. E i conflitti di interesse nel mondo della salute andrebbero controllati ed evitati. Recuperare credibilità può, deve essere la risposta migliore. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino