Una piattaforma per prenotare visite ed esami anti-cancro. Nove centri specializzati di riferimento. Diciotto Pdta, il nome tecnico per indicare i percorsi diagnostico terapeutici...
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I CENTRI
Pascale, Cardarelli, Monaldi, i due policlinici e gli ospedali di Avellino, Caserta, Benevento, Salerno. «Le strutture sanitarie, attive sul territorio, devono coordinarsi con questi centri più importanti. Solo così possiamo contrastare la frammentazione dell’assistenza che è uno dei problemi principali in Campania e anche nel resto Italia», spiega Sandro Pignata, coordinatore scientifico della rete oncologica regionale. Accade infatti che i pazienti siano seguiti in reparti che non praticano un numero sufficiente di trattamenti necessari per garantire standard di sicurezza adeguati. «Per indirizzarli verso le strutture con le giuste competenze», spiega Pignata, «abbiamo costituito una piattaforma informatica che sarà accessibile a tutti gli attori del sistema sanitario». Saranno infatti gli operatori, tra cui il medico di famiglia, a prenotare direttamente visite ed esami (da garantire in sette giorni, ad esempio, per il tumore della mammella, completando gli accertamenti entro 15, fissando l’operazione a un mese dalla diagnosi e la chemio dopo 15 giorni, se serve). Il tutto, consultando la lista dei centri qualificati, dotato di équipe multidisciplinari. «Con questo strumento», sottolinea Pignata, «potremo anche verificare il funzionamento dei percorsi e l’efficacia della rete». Stesso iter nelle farmacie ospedaliere, che provvedono alla preparazione e alla prescrizione dei farmaci anti-tumorali. Spiega Piera Maiolino, al lavoro al Pascale: «Solo il 40 per cento delle strutture è informatizzato, ma possiamo garantire, grazie alle nuove tecnologie, una maggiore e più chiara tracciabilità della prescrizione dei trattamenti nonché una somministrazione più precisa. Abbiamo perciò scritto un manuale, il primo in Italia, in cui sono elencate dettagliatamente le procedure da seguire».
I PERCORSI
Uno dei Pdta, appena approvato, riguarda la gestione dei tumori ereditari come il carcinoma dell’ovaio, del seno e del colon-retto. «Sono tre neoplasie che solo in Campania colpiscono 8.700 persone all’anno», spiega l’oncologo Nicola Normanno che ha coordinato il gruppo di lavoro. E avverte: «Si stima che tra il 5 e il 20 per cento dei casi sono a trasmissione eredo-familiare». Il documento appena prodotto chiarisce a quali pazienti affetti da queste patologie vadano fatti i test genetici in modo da poter ricercare nei familiari sani i soggetti a rischio. «Insomma, la rete oncologica è in cammino», conclude Pignata, che vuole sottolineare i passi avanti fatti «in sinergia tra la Regione e la struttura di coordinamento della rete, guidata dal direttore generale del Pascale Attilio Bianchi». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino