Sono state uccise barbaramente, colpite mentre erano in un luogo sacro quale è un cimitero, a pregare per i propri cari. Una vera e propria esecuzione portata a termine con...
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La prima a cadere, secondo la ricostruzione dei carabinieri della Compagnia di San Marco Argentano e del nucleo investigativo del reparto operativo di Cosenza che conducono le indagini - sul posto sono intervenuti anche gli uomini della squadra mobile di Cosenza - è stata la mamma. Mentre Ida Attanasio, con ogni probabilità, ha provato a fuggire, perdendo una scarpa e inseguita dal sicario che poi l'ha finita. Un duplice omicidio non solo efferato ma anche «sfacciato» perché commesso in mezzo a decine di persone. Ma nonostante questo, nessun testimone. Tutti sono fuggiti al sentire gli spari. Tanto che il procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla ha lanciato un appello: «chi ha visto collabori, anche in forma anonima chiamando le forze dell'ordine. Quello che è accaduto potrebbe succedere anche a chi era presente perché ha visto gli assassini. Quindi potrebbe accadere anche a loro e nessuno li può proteggere».
Facciolla ha anche avviato un contatto operativo con la Dda di Catanzaro e la Procura di Cosenza (competente per l'omicidio commesso ad Acri). L'obiettivo è stabilire se - come pensano in molti - il duplice omicidio sia una vendetta nei confronti di Francesco Attanasio. La sua vittima, Damiano Galizia, secondo gli investigatori, sarebbe stato vicino a persone gravitanti nell'ambito della criminalità organizzata di San Lorenzo del Vallo ed in particolare alla cosca Presta. Attanasio, nello stesso periodo dell'omicidio, aveva anche indirizzato la polizia verso un box in uso a Galizia nel quale furono trovate sei mitragliatrici, due pistole mitragliatrici, un fucile mitragliatore, un fucile a pompa, due moschetti, due fucili, due pistole e migliaia di proiettili.
Quello di Presta è un nome che incute terrore in questa parte di Calabria.
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Il Mattino