COSENZA Si era indebitato per poter pagare al figlio, trasferitosi a Firenze, l’alloggio e un corso di formazione professionale. Aveva deciso di rivolgersi ad alcuni...
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«A me non me ne frega niente, portaci la macchina e quando hai i soldi, vieni a riprendere la macchina, va bene?»: nel corso delle telefonate intercettate emerge che alla fine alla vittima è stata portata via anche l’auto come garanzia per il saldo del credito usuraio. I soldi erano diventati un’ossessione e il 49enne aveva paura per lui e la sua famiglia: Francesco Citro si era anche fatto vedere nei pressi di una scuola di danza frequentata dalla moglie. «Mo li avviso, preparati alla lite», gli dissero quando la vittima riferì ai creditori delle proprie difficoltà economiche.
«Il denaro che dovevo consegnargli serviva anche per sovvenzionare alcuni detenuti - racconta l'uomo ai carabinieri -. Aggiungeva anche che doveva dar conto ad altre persone e che aveva dovuto calmarle atteso che volevano venire a trovarmi… Mi avrebbe aspettato altri due giorni, sino a venerdì, altrimenti sarebbe successo un casino e i suoi amici sarebbero venuti a trovarmi». L’attività investigativa svolta dai carabinieri di Rende e coordinata dalla Procura di Cosenza ha permesso di riscontrare pienamente quando denunciato dalla vittima e acquisire determinati elementi di prova a carico dei cugini cosentini, liberando così il 49enne dal giogo dei due usurai. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino