Strozzato dagli usurai per pagare gli studi al figlio: in manette due cugini

Strozzato dagli usurai per pagare gli studi al figlio: in manette due cugini
COSENZA Si era indebitato per poter pagare al figlio, trasferitosi a Firenze, l’alloggio e un corso di formazione professionale. Aveva deciso di rivolgersi ad alcuni...

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COSENZA Si era indebitato per poter pagare al figlio, trasferitosi a Firenze, l’alloggio e un corso di formazione professionale. Aveva deciso di rivolgersi ad alcuni conoscenti che si sono offerti di prestargli 3500 euro. Ma a questa cifra si aggiungeva un tasso usuraio di 500 euro al mese. Pensava di potercela fare nella convinzione di riuscire a usufruire di una rinegoziazione di finanziamento da restituire con la cessione del quinto dello stipendio, ma i tempi si sono dilatati e la somma “concessa” dai suoi creditori è salita a 6500 euro in meno di sette mesi. Una situazione insostenibile a cui si sono aggiunte minacce e intimidazioni. La vittima, un uomo di 49 anni di Cosenza, ha così deciso di rivolgersi al comandante della stazione dei Carabinieri di Rende che lo ha convinto a denunciare l’accaduto. In manette sono finiti due cugini cosentini, Roberto (50 anni) e Francesco Citro (48), accusati dei reati di usura aggravata dallo stato di bisogno ed estorsione.


«A me non me ne frega niente, portaci la macchina e quando hai i soldi, vieni a riprendere la macchina, va bene?»: nel corso delle telefonate intercettate emerge che alla fine alla vittima è stata portata via anche l’auto come garanzia per il saldo del credito usuraio. I soldi erano diventati un’ossessione e il 49enne aveva paura per lui e la sua famiglia: Francesco Citro si era anche fatto vedere nei pressi di una scuola di danza frequentata dalla moglie. «Mo li avviso, preparati alla lite», gli dissero quando la vittima riferì ai creditori delle proprie difficoltà economiche.


«Il denaro che dovevo consegnargli serviva anche per sovvenzionare alcuni detenuti - racconta l'uomo ai carabinieri -. Aggiungeva anche che doveva dar conto ad altre persone e che aveva dovuto calmarle atteso che volevano venire a trovarmi… Mi avrebbe aspettato altri due giorni, sino a venerdì, altrimenti sarebbe successo un casino e i suoi amici sarebbero venuti a trovarmi». L’attività investigativa svolta dai carabinieri di Rende e coordinata dalla Procura di Cosenza ha permesso di riscontrare pienamente quando denunciato dalla vittima e acquisire determinati elementi di prova a carico dei cugini cosentini, liberando così il 49enne dal giogo dei due usurai. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino