«Stai senza pensieri, ho risolto. Se hai ancora problemi fammi sapere». La frase sembra tratta da recenti serie tv sulla camorra, invece viene...
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Il controllo dei vari reparti del Moscati di Aversa, dall’ortopedia alla gastroenterologia, dal Pronto soccorso alla chirurgia è affidata ad alcuni parenti di Bianco oltre che ai dipendenti di Belfiore. Per controllo si intende il pedinamento dei dipendenti delle ditte avversarie. Che deve avvenire, dice Bianco «Con calma e senza fare bordello». Profilo basso, dunque, anche con i pazienti, ma se c’è da chiedere più soldi di quanti ne sarebbero dovuti, Belfiore si pone un solo problema. Si assicura che i pazienti da trasportare non siano imparentati con esponenti delle forze dell’ordine e fa in modo che i pagamenti avvengano in casa e non in ufficio. Indicativa in tal senso una intercettazione del 2015. «Ha fato storie per il pagamento...», dice un dipendente. «Non ti preoccupare questo non né carabiniere né poliziotto... è uno scemo di Gricignano». Le «storie» del malcapitato sono dovute alla cifra esorbitante che gli viene chiesta per un trasporto in codice rosso: 300 euro per meno di un chilometro, visto che Aversa e Gricignano confinano. Il cliente ovviamente si lamenta «Ha detto che lui vedeva l’illecito perché mi pagava a casa e non in ufficio», spiega il dipendente a Belfiore. Il costo, ovviamente, si spiega con l’egemonia che la Croce aversana di Belfiore si è conquistata nel tempo e alla quale non intende rinunciare «dopo tanti sacrifici», dice il diretto interessato. Un chilometro in ambulanza costa 300 euro perché non ci sono concorrenti e quindi ci si può approfittare della situazione di bisogno, e di emergenza, nella quale si trova il paziente. «Nessun collaboratore si deve avvicinare ai pazienti per contrattare il prezzo del trasporto», si legge, sempre, nelle intercettazioni.
E guai a chi si frappone tra la «Croce aversana» e il Moscati. Una capossala avrebbe rischiato grosso. Litiga con un dipendente di Belfiore e da quel momento fa di tutto per ostacolarne gli affari. Ma anche in quel caso interviene il giovane Bianco. «Alla gastro ci vengo io a parlare con questa», dice il ragazzo. Non si sa cosa sia successo dopo. Ma nessuno è riuscito a intaccare l’egemonia di Belfiore. Prova che il piano di Bianco probabilmente non aveva margini di errore. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino