Le donne del boss Zagaria tra lusso e pretese: «Io l'elemosina non la chiedo più»

Le donne del boss Zagaria tra lusso e pretese: «Io l'elemosina non la chiedo più»
«Tiziana non fa mangiare il marito, però lei si è rifatta anche il seno e porta sempre una collana Fay». Fra il pettegolezzo tra cognate e gli...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Tiziana non fa mangiare il marito, però lei si è rifatta anche il seno e porta sempre una collana Fay». Fra il pettegolezzo tra cognate e gli «inciuci», spunta fuori il quadretto familiare che fa comodo agli investigatori. Le donne del clan Zagaria, intercettate, parlavano dello stipendio di 2.500 euro garantito dal boss Michele Zagaria, il capo sull'orlo di una crisi di nervi a ogni udienza in tribunale, ma lucidissimo durante i colloqui in carcere. E vivevano bene, le donne. Anzi, benissimo.

 
C'era chi si lamentava del regalo a Pasqua negato per i figli dalla zia Gesualda, ma poi si poteva permettere una domestica. Chi voleva per la festa di 18 anni della figlia la nuova Fiat 500 e chi faceva i trattamenti estetici ogni settimana. Ma tutto questo era sovvenzionato da Beatrice Zagaria, sorella maggiore del capoclan dei Casalesi, ieri finita in carcere per ricettazione con l'aggravante mafiosa insieme alle cognate: Francesca Linetti, nata e cresciuta a Parma ma finita a Casapesenna, moglie di Pasquale Zagaria, fratello di Michele, anche lui detenuto. Pasquale è ritenuto il braccio imprenditoriale del clan capace di investire anche nel nord Italia, nel modenese.

Agli arresti è finita poi Tiziana Piccolo, consorte di Carmine Zagaria, descritta come la «fissata per i trattamenti estetici» e ora è l'unica ad avere il marito fuori dal carcere: Carmine, con sorveglianza speciale a San Marcellino.

Infine, arrestata dalla Dia di Napoli è anche Patrizia Martino, moglie di Antonio. Battevano cassa in continuazione, le cognate del boss durante i colloqui in carcere. «Ma adesso l'elemosina non la chiedo più», dice Patrizia in un incontro con il marito Antonio, fratello del boss. «Ora siamo al 26 del mese e devo ancora pagare il fitto al tribunale. Mi hanno detto: signora, lo sfratto è esecutivo, io non ce la faccio più. Le altre mantenute fanno le signore. Tu invece a me che mi hai lasciato?». La famiglia prima di tutto, certo. Ma solo se c'è il denaro.
 
«Eppure tu hai fatto un giuramento quando ti sei sposata a Carmine - dice il boss Zagaria rivolgendosi alla cognata - nella buona e nella cattiva sorte. Per venti anni sei stata nel bene con noi».

Dall'inchiesta curata dai pm Maurizio Giordano e Alessandro D'Alessio, coordinata dal procuratore Giovanni Melillo, spunta fuori anche che i quattro fratelli in carcere percepivano uno stipendio. Dal 2011 al 2017 erano riusciti a ottenere, pur essendo in cella, 135mila euro. Come? Grazie alla ultraottantenne Raffaela Fontana, l'unica ad avere una pensione della famiglia Zagaria. Dal suo conto partiva un vaglia postale spedito ad Antonio, Carmine, Michele e Pasquale.


In realtà, anche quando si usciva dal carcere, i parenti dovevano godere della bella vita. Nel periodo in cui stava per essere scarcerata Gesualda, infatti, la famiglia si era adoperata per cercare una villa con giardino nel Sud Pontino. Ma nel Lazio, i prezzi erano esorbitanti. E allora, qualcuno pensò al pentimento. Non Michele, il capo. «Se mi pento io, voi tutte andate a lavare le scale». Così, in modo brusco, il boss Zagaria, in un colloquio intercettato nel maggio 2015 nel carcere di Opera, si rivolse alla cognata Tiziana e alle sorelle Gesualda e Beatrice. Amabili parenti, ma sempre in guerra per ottenere la fetta più alta dello stipendio.
  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino