Azienda dell'ortofrutta divorata dalle fiamme

Danni per un milione di euro nell'azienda incendiata a Pasqua

L'incendio dell'azienda di Sessa Aurunca
Un milione di euro. È questo il danno stimato per l'azienda ortofrutticola finita in fiamme nella domenica di Pasqua. Una festività drammatica per i titolari...

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Un milione di euro. È questo il danno stimato per l'azienda ortofrutticola finita in fiamme nella domenica di Pasqua. Una festività drammatica per i titolari della «Corte Grande Srl», che nulla hanno potuto per salvare la struttura dal devastante incendio improvvisamente scoppiato nel capannone della frazione sessana di Maiano.

Questi i fatti: è la tarda mattinata di domenica quando residenti e automobilisti lanciano l'allarme: dai campi coltivati a ridosso del litorale si alza una nube nera di enormi dimensioni, di colore troppo scuro per essere un incendio tra i boschi che caratterizza le estati casertane. E infatti, a finire avvolto dalle lingue di fuoco è la nota impresa agricola; in pochi minuti il rogo divora tutto ciò che trova sulla propria strada: celle frigorifere, attrezzature, mangimi e una decina di mezzi agricoli di ultima generazione. La macchina dei soccorsi è massiccia: le squadre dei vigili del fuoco di Mondragone e di Teano sono coadiuvate da un'autobotte arrivata da Caserta, ma serviranno ore per spegnere definitivamente l'incendio che, nel frattempo, aveva assunto proporzioni inquietanti.

Al punto che la nube nera - che ha sovrastato l'area di confina tra Sessa Aurunca e il Basso Lazio si riusciva a scorgere anche dai territori circostanti e da oltre regione. Senza parole i proprietari della «Corte Grande Srl», originari di Marano di Napoli, che hanno assistito alle operazioni di spegnimento con le lacrime agli occhi e non riescono a darsi spiegazioni. Le ricerche, però, sono già cominciate nelle ore successive allo spegnimento del rogo, prima con i rilievi dei caschi rossi e poi le indagini avviate dai carabinieri della compagnia di Sessa Aurunca. Al momento, infatti, non si esclude la pista dolosa: per le modalità dell'impressionante rogo esploso e per il momento in cui è divampato lo spettro della minaccia o dell'avvertimento sembra più concreto che in altre occasioni.

Solo pochi mesi fa, d'altronde, c'è stato un violento incendio nell'azienda Grandi Carni Spa di Pontelatone. Anche in quel caso i danni furono ingenti, con parte del capannone adibito alla macellazione e conservazione di carne completamente avvolto dalle fiamme in un'area che si estende su una superficie di circa 2mila metri quadri. E poi nella vicina Teano fece discutere il rogo divampato in circostanze misteriose nei fondi agricoli del bene confiscato alla camorra «Antonio Landieri» gestito dalla cooperativa sociale «la Strada». Qui, a permettere la rapida espansione del rogo sicuramente l'erba secca e la vegetazione arsa dal sole, che hanno fatto da combustibile dell'incendio. Ma è rimasto un giallo il motivo dell'innesco.
 

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Il Mattino