Camorra, processo Binario d'oro: gli atti in Cassazione

I giudici applicano un istituto previsto dalla Riforma Cartabia

Il tribunale di Santa Maria Capua Vetere
Il fascicolo dell’inchiesta «Binario d’oro» lascerà il tribunale di Santa Maria Capua Vetere e sarà inviato a Roma. Un colpo di scena non...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Il fascicolo dell’inchiesta «Binario d’oro» lascerà il tribunale di Santa Maria Capua Vetere e sarà inviato a Roma. Un colpo di scena non previsto, ma che è esploso come un fulmine. E' stato disposto, infatti, il «rinvio pregiudiziale alla corte di Cassazione per competenza territoriale» del procedimento.

Lo ha deciso il collegio di giudici - presidente Giuseppe Meccariello, a latere Patrizia Iorio e Raffaele Ferraro - del tribunale sammaritano durante l’udienza preliminare, ieri mattina: risultano indagati i vertici delle Ferrovie e alcuni imprenditori che sarebbero legati al clan dei Casalesi.

Nella precedente udienza furono i difensori di Nicola Schiavone, imprenditore (consulente di alcune ditte) a chiedere lo spostamento del procedimento penale a Napoli nord. Lui è uno dei 59 imputati del maxi-processo, difesi dagli avvocati Mario Griffo, Carlo De Stavola, Umberto Del Basso De Caro, Giuseppe Guida e Stefano Montone. La decisione di spostare gli atti a Roma aderisce a un nuovo istituto introdotto dalla Riforma Cartabia sulla competenza per territorio: il giudice che riceve una questione (in questo caso sulla territorialità) può trasmetterla direttamente alla Suprema corte di Cassazione senza decidere lui se sia fondata o no. In effetti, i reati di intestazione fittizia e riciclaggio sarebbero stati contestati a Casal di Principe, mentre l’associazione mafiosa a Benevento.

E così, in questo dedalo di circoscrizioni, si è deciso di applicare la Riforma Cartabia inviando gli atti in Cassazione. Fra gli imputati ci sono Bernardo, Pietro e Vincenzo Apicella, Luigi Belardo, Pierfrancesco Bellotti, Vincenzo Bove, Giuseppe Buonvino; poi, Carmela, Stefania e Vincenzo Caldieri, Luca Caporaso, Daniela Coppola, Nicola D’Alessandro, Crescenzo De Vito, Simone Del Dottore, Umberto Di Girolamo. E poi, Gennaro, Giancarlo, Luigi, Mario Salvatore e Vincenzo Diana, Mattia Errico, Marco Falco, Ciro Ferone, Francesca e Mario Filosa, Luca Fontana, Giuseppe Fusco, Paolo Grassi, Massimo Iorani, Leonardo Letizia, Leonardo e Luciano Loiacono, Angelo Massaro, Luigi Palma, Palmese e Raffaele Fioravante, Carlo Pennino, Antonio e Luigi Petrillo, Claudio Puocci, Giuseppe Russo, Fabio e Francesco Salzillo, Debora Scacco, Luigi Scalzone, Luigi Schiavone, Nicola Schiavone appunto e Vincenzo Schiavone, Sabina Visone, Zara e Mario Fiorante, Caterina Coppola, Francesco Chianese, Matteo Casertano e Giuseppe Febbraio.

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino