Campania, dimenticata in casa: donna disabile trovata morta

Campania, dimenticata in casa: donna disabile trovata morta
Si può morire di solitudine pure in un quartiere strapopolare: una donna disabile, Filomena I. di quasi 70 anni, è stata trovata senza vita, a terra, in quella casa...

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Si può morire di solitudine pure in un quartiere strapopolare: una donna disabile, Filomena I. di quasi 70 anni, è stata trovata senza vita, a terra, in quella casa al quarto piano della palazzine Iacp, dove viveva da sola e dove aveva deciso di ritirarsi. I grandi alveari di via Serao sono stati scossi da un dramma della solitudine e del disagio, molto temuto, annunciato e anche denunciato dalle associazioni di volontariato e dai sindacati degli inquilini.


LA VICENDA
La tragedia annunciata è diventata realtà ieri mattina: per tre giorni, i vicini di casa e i condomini non riuscivano a mettersi in contatto con lei. Ma l'allarme è scattato quando non ha risposto più, come era suo solito, nemmeno ai richiami o al campanello di casa. I Vigili del Fuoco e i sanitari del 118, hanno solo potuto costatare il decesso. Non sono stati rilevati segni di effrazione. Le ipotesi sono tutte aperte sebbene si propenda per una morte naturale. Ad amplificare la commozione, il fatto che Filomena è stata un personaggio pubblico: con la sua sedia a rotelle e nonostante il suo handicap, insieme al defunto marito Michele anch'egli disabile, aveva sfidato il mondo anche le convenzioni, la cultura della rassegnazione mostrando fede e coraggio con il sostegno alle associazioni dei disabili locali e il volontariato cattolico.

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LA SUA ULTIMA LOTTA
L'ultima sua battaglia è stata la protesta organizzata sui balconi di casa: lenzuola trasformate in striscioni e urla con lo slogan «Fateci uscire di casa». È stata una sfida vinta a metà quella contro le barriere architettoniche e gli ascensori non datti alle carrozzelle negli alloggi popolari. «Solo apparentemente denuncia con una nota Ciro Cortese, segretario provinciale del Sunia- si può parlare di solitudine. Siamo al cospetto di un dramma sociale. Non si è fatto nulla. A Maddaloni, i disabili in carrozzella, in generale persone con difficoltà motorie e anziani sono condannati agli arresti domiciliari». È la nuova denuncia contro i «sepolti vivi», firmata dal Sunia e rilanciata dal network nazionale Casa dei diritti sociali «CdS Maddaloni», che riguarda oltre 20 palazzine (gestite dall'ex Iacp trasformata in Agenzia Campana per l'Edilizia Residenziale o Acer) comprendenti otre 200 alloggi.


L'ESASPERAZIONE


La lotta è stata persa. «Nonostante sia stato completato conclude Cortese - un intervento di ristrutturazione epocale (investiti oltre quattro milioni di euro per un complesso mai adeguato dal dopo terremoto), non si è riusciti a innalzare per nulla la qualità abitativa creando una gravissima ingiustizia sociale ai danni dei più deboli». Sono stati resi moderni i sottoservizi (cucine, scarichi fognari, pluviali), infrastrutture (marciapiedi e spazi condominiali), piazzali ma incredibilmente, nonostante le denunce, non sono state cancellate radicalmente le barriere architettoniche. Molti vani ascensori in tutti gli immobili popolari cittadini, dove funzionano non sono a norma. Lo stesso vale per scivoli e gradini nelle aree comuni. Chiesto un immediato censimento e l'attivazione dell'Anagrafe degli Inquilini e l'Ufficio Casa a dei servizi sociali per rintracciare e verificare le condizioni in cui versano decine di anziani isolati nel loro domicilio. «C'è bisogno di una battaglia di civiltà spiega Maria Pia Lurini (CdS)- che non è contro le istituzioni, ma contro le resistenza culturale». Oltre le denunce ci sono le persone: raccolte segnalazioni non solo dei residenti presso l'agglomerato di via Serao ma anche in via Feudo, via Cucciarella, via de' Carlucci. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino