Carcere Santa Maria Capua Vetere, in rivolta detenuti reparto alta sicurezza

Carcere Santa Maria Capua Vetere, in rivolta detenuti reparto alta sicurezza
Oltre cento detenuti dei reparti di alta sicurezza maschile e femminile Tamigi e Senna del carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), si sono barricati nell'area riservata...

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Oltre cento detenuti dei reparti di alta sicurezza maschile e femminile Tamigi e Senna del carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), si sono barricati nell'area riservata al passeggio, per protestare contro la decisione del Dap di sospendere i colloqui on-line con i familiari e la sorveglianza dinamica. I detenuti e le detenute - quest'ultime già ieri avevano protestato - sarebbero dovuti rientrare nelle celle intorno alle 15 ma si sono rifiutati, iniziando a battere oggetti contro il muro; con dei pezzi di carta hanno poi dato fuoco a dell'erba attorno alla chiesetta ubicata nell'area. La protesta dei detenuti per reati anche di camorra, è soprattutto per la sorveglianza dinamica (celle aperte di mattina), la cui sospensione da parte del Dap non è ben vista dai detenuti del reparto di alta sicurezza, che ne hanno usufruito in questi mesi di emergenza Coronavirus, mentre solitamente non ne hanno diritto. Altro motivo è la sospensione delle video-chiamate, che già ieri aveva scatenato la protesta delle donne del reparto Senna. 

 
«La protesta in corso - dice il segretario generale del Spp Aldo Di Giacomo - dimostra ancora una volta come nelle carceri sono i detenuti a comandare». E per ora la Polizia Penitenziaria non interviene. «Il personale della Polizia Penitenziaria - dice Emilio Fattorello, segretario nazionale per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe - attende ordini e regole di ingaggio chiare da parte delle Autorità preposte alla gestione di tale evento critico,con liberatoria di eventuali responsabilita per evitare problemi come in passato. Il Sappe è stato, é e sarà al fianco dei colleghi in divisa e contro alle spettacolarizzazioni e comizi dei vari garanti che soffiano sul fuoco». 

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Il Mattino