Cartello maschilista davanti alla chiesa, rivolta delle fedeli a Casapesenna

Il cartello della discordia
“Pantaloni stretti, minigonne, pantaloncini e abiti trasparenti e scollati”. Le donne che partecipano alla messa celebrata al Tempio cristiano di Casapesenna,...

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“Pantaloni stretti, minigonne, pantaloncini e abiti trasparenti e scollati”. Le donne che partecipano alla messa celebrata al Tempio cristiano di Casapesenna, “Mia madonna, mia salvezza”, giovani o adulte, bionde o more, alte o basse, sono tutte invitate a non entrare con tali indumenti nel santuario. “Con questi abiti manchi di rispetto verso la casa di Dio”, recitano i numerosi cartelli apposti all’esterno. Nulla di particolarmente strano rispetto ad altri simili avvisi, se non fosse per il fatto che, ad un certo punto, alla donna si scriva: “Sei responsabile delle tentazioni che provochi in chi ti guarda, degradi te stessa e non sei più una donna cristiana”. Frasi che aprono uno squarcio medievale, soprattutto con riferimento alla parola “responsabile”, che quasi sembra giustificare l’atteggiamento irrispettoso che gli uomini potrebbero assumere nei confronti del gentil sesso, “reo” di indossare dei leggings o degli shorts. A rendere l’avviso ancora più imbarazzante è il fatto che nessuna prescrizione sul decoro venga prevista per gli uomini, cui evidentemente è consentito qualsiasi tipo di abbigliamento. Dunque nulla a che vedere con i messaggi indirizzati, ad esempio, ai turisti di Città del Vaticano, cui viene richiesto, ad di là del sesso, decoro entro le mura papali. Bandite minigonne, ma anche pantaloni corti per l’uomo. Al famoso Tempio, invece, la Chiesa si presenta in una veste sessista, di certo ben lontana dal messaggio cristiano. I cartelli sono lì da anni ormai, ma nessuno finora, nonostante il 2016, ha manifestato l’intenzione di rimuoverli o di sostituirne il contenuto.  Il cartello non è piaciuto alle fedeli che stanno protestando con i responsabili del sito religioso.
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Il Mattino