I segreti della famiglia non sono più al sicuro. Da quando si è pentito Nicola Schiavone, primogenito del boss Sandokan, ha riempito pagine e pagine di verbali....
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Per ora i verbali, come detto, sono secretati. E inizia in sordina la vita da imputato sotto protezione di Walter Schiavone. Inizia con un rinvio il primo processo che vede alla sbarra il figlio di Sandokan che ha seguito il fratello Nicola dopo il pentimento. Ieri mattina, Walter non c'era per un problema di «traduzione» dalla località protetta. Sta di fatto che la sua posizione è stata stralciata e che si tornerà in aula, per lui e per gli altri, il prossimo ottobre. Il processo in corso dinanzi al tribunale di Napoli Nord, collegio presieduto da Giuseppe Cioffi, è quello che riguarda gli stipendi che Walter e altri avrebbero continuato a percepire lo stipendio dal clan capeggiato, secondo la Dda, sempre da Francesco Schiavone Sandokan. Walter Schiavone è stato arrestato insieme ad altre 41 persone. Indagine dei pm Dda Luigi Landolfi e Vincenzo Ranieri coinvolse anche il boss ergastolano detenuto al 41bis da più di un decennio, Sandokan. Ma dal luglio scorso la famiglia Schiavone non esiste più. L'ha spaccata il pentimento del primogenito Nicola seguito dalla madre, Giuseppina Nappa, dal fratello Walter e da una delle sorelle che hanno accettato la protezione che spetta ai parenti dei collaboratori. Uno status che sembra destinato a cambiare con la Nappa forse a un passo da scelte ancor più nette. Secondo quanto trapelato, la donna avrebbe comunicato al marito la volontà di seguire Nicola in località protetta durante uno dei colloqui in carcere. Scelta dalla quale il capoclan ha preso le distanze immediatamente. Frattura insanabile destinata a infettarsi qualora altri componenti della famiglia decidessero di parlare con i magistrati. Al momento i verbali del giovane Schiavone sono secretati, ma è chiaro che ci si aspetta da lui una mole di informazioni degna del cognome che porta.
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Il Mattino