«Nostra nipote manifestava una violenta avversione al sacro; alla vista del crocifisso si trasformava e si contorceva. Quando pregavamo, lei replicava parlando in latino con...
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Sentita ieri anche la zia di Novara che, messa in allarme dalla nipote che ha denunciato i fatti, scrisse, invano, ai servizi sociali di Maddaloni e al sindaco della sua città. «Non ho mai visto don Barone né ho mai assistito agli esorcismi, tuttavia so di quello che accadeva perché me lo ha riferito mia nipote. So però che mio cognato (papà della bambina, ndr) era violento con la moglie e in un caso ha trascinato la bambina per i capelli su per le scale per costringerla a pregare. La zia di Novara si è poi soffermata sulla questione dei farmaci sospesi, secondo l’accusa, dal prete. «So che prendeva dei medicinali che portavano alle allucinazioni», ha detto la donna. Ma ha anche detto che «prima di Barone, mia nipote era seguita da un altro sacerdote, tale don Angelo».
Quanto al poliziotto Luigi Schettino, anch’egli alla sbarra difeso dall’avvocato Carlo De Stavola, i testimoni hanno riferito di non averlo mai visto. Il commissario era in aula e, anche invitati a riconoscerlo, gli zii che partecipavano alle preghiere hanno confermato di non averlo mai visto. Per l’accusa Schettino ha assistito ai maltrattamenti.
In accoglimento dell’istanza dei pm Daniela Pannone e Alessandro Di Vico, il presidente Maria Chiara Francica ha sospeso i termini di custodia cautelare per don Barone che, intanto, è stato trasferito al carcere di Carinola.
LE LACRIME
Come ogni volta, anche ieri una ressa di fedeli ha atteso lo svolgimento del processo fuori dall’aula. Tre preti inglesi sono stati autorizzati a salutare Barone. Alla vista del sacerdote sono scoppiati in lacrime.
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Il Mattino