Cinque milioni di debiti, il Comune di Teano in predissesto

Cinque milioni di debiti, il Comune di Teano in predissesto
Debiti per 5 milioni di euro, il comune di Teano nella trappola del predissesto. Conti in rosso, come non era mani accaduto prima. Mentre su tasse, imposte e contributi comunali...

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Debiti per 5 milioni di euro, il comune di Teano nella trappola del predissesto. Conti in rosso, come non era mani accaduto prima. Mentre su tasse, imposte e contributi comunali imperversa l'evasione o nella migliore delle ipotesi: l'elusione fiscale per oltre il cinquanta per cento quando si tratta di bollette dell'acqua o del servizio raccolta rifiuti solidi urbani.


La situazione è tale che se anche i cittadini pagassero tutte le bollette arretrate, il comune riuscirebbe solo a onorare il corrente, mentre gli atavici debiti milionari verso i fornitori di beni e servizi continuerebbero a far paura anche al più ottimista degli amministratori pubblici. Come se ne esce? Forse solo con un miracolo. Servono entrate eccezionali, idee, ricette e soluzioni geniali o di converso: provvedimenti dolorosi e drastici. Come quello di vendere i gioielli di famiglia: terreni e immobili comunali. In tal caso, in pole position ci sarebbe il palazzo abbarbicato sulla verde collina di Sant'Antonio, per il quale si sperava in un utilizzo quale plesso scolastico per le medie Vincenzo Laurenza o per l'Alberghiero.
 
L'immobile che da sempre fa gola ai soliti speculatori edilizi e che forse proprio per loro fu concepito potrebbe finire all'asta. Con buona pace per chi contava fosse trasformato in scuola-albergo con tanto di piscina comunale, visto che fu costruito appellandosi all'interesse pubblico e in deroga a tutti i vicoli urbanistici. Invece sta per passare l'idea politica che sull'altare delle esigenze di cassa possano essere sacrificati le speranze collettive più belle: la scuola-albergo, la piscina. Ecco la bomba a orologeria, la patata bollente, ricevuta dall'attuale primo cittadino, Alfredo D'Andrea, dalle passate amministrazioni e più in particolare dall'ultimo governo locale retto dell'ex sindaco non rieletto e ora consigliere comunale di minoranza, Nicola Di Benedetto che incaricò l'ex Equitalia al recupero coatto dai morosi ma appena un mese prima di lasciare palazzo San Francesco. Mentre montava il debito fornitori. Oggi, dopo quasi sei anni di stasi, si corre ai ripari. Tanto, con un programma di aggiornamento dei dirigenti, funzionari e impiegati dell'Ufficio ragioneria che, in poche settimane (preparazione matematico-finanziaria inclusa sotto l'egida di una società specializzata, già ingaggiata) dovrebbero poi essere capaci di approntare un piano di rientro dai debiti le cui caratteristiche non sono difficili immaginare: o saltano fuori strumenti in grado di generare risorse economiche eccezionali, oppure si dovrà mettere mano a un programma lacrime e sangue per i cittadini contribuenti e vendere l'oro di famiglia. Tutto entro fine marzo.


Nella storia recente dei tentativi di salvare i conti del comune ci sono due progetti. Il piano numero uno di riequilibrio economico, prendendo atto delle gravi criticità economiche e finanziarie ereditate dall'Ente ipotizzava una serie di azioni di risparmio: dalla riduzione delle spese di cancelleria al cambio del gestore della rete web, fino all'uso centellinato della pubblica illuminazione. L'idea dagli scarsi risultati non passò la verifica trimestrale. E così si riparte, ma con una situazione debitoria peggiore che non consente l'uso dei guanti bianchi mentre i creditori buttano giù le porte. Essi sono nell'ordine: il gestore dell'energia elettrica che, spesso, con le gare annuali Consip (Concessionaria Servizi Informativi Pubblici) coincide con l'Enel che vanta un credito di circa 2 milioni di euro, poi c'è l'altro soggetto in attesa di soldi sidicini, Acqua Campania. Qui il credito correrebbe oltre la soglia dei 900 mila euro. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino