Coronavirus, Mondragone zona rossa: 10 contagi, comunità bulgara in lockdown

Coronavirus, Mondragone zona rossa: 10 contagi, comunità bulgara in lockdown
I palazzi Cirio di Mondragone diventano zona rossa. L'improvvisa esplosione di un focolaio epidemico da Covid-19 nella comunità bulgara residente nell'area (10 casi...

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I palazzi Cirio di Mondragone diventano zona rossa. L'improvvisa esplosione di un focolaio epidemico da Covid-19 nella comunità bulgara residente nell'area (10 casi in tre giorni) ha comportato infatti la necessità di istituire un cordone sanitario e di isolare i residenti nei cinque palazzi del complesso residenziale di via Razzino, nel pieno centro della città, tra viale Margherita e la Domiziana, a due passi dal mare. Già ieri pomeriggio le strade di accesso al parco sono state chiuse con dei new jersey in cemento armato sormontati da transenne in ferro. Gli abitanti non potranno uscire né ricevere visite. Per loro scatta un nuovo isolamento.


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A essere bloccati in casa tutti gli occupanti dei cinque enormi casermoni, per la gran parte, come detto, immigrati bulgari di etnia rom, tra cui molti bambini. Si sono stanziati in città da un decennio, sbarcano il lunario lavorando come braccianti nelle campagne del territorio, dell'entroterra massicano e dell'Agro aversano, per pochi euro all'ora e quasi sempre sfruttati dal caporale di turno. Vivono ammassati in decine in pochi metri quadrati, in appartamenti spesso fatiscenti dal punto di vista strutturale e in condizioni igieniche e sanitarie di estremo degrado. Situazioni al limite, dove è facile che si possano sviluppare dei focolai epidemici e dove è difficile pensare di attuare misure di prevenzione e controllo per contrastare l'emergenza epidemiche, salvo ricorrere a provvedimenti drastici come quello preso ieri.

Il cordone sanitario è stato disposto per sette giorni. Ulteriori valutazioni ed eventuali nuove decisioni saranno prese nei prossimi giorni, in base all'andamento della curva dei contagi e alla velocità di esecuzione dei tamponi oro-faringeo. L'obiettivo è operare uno screening di massa e di sottoporre al controllo circa settecento persone, alla ricerca di eventuali nuove positività al Covid-19, sperando che non ve ne siano ovviamente. A vigilare sul rispetto del provvedimento sono stati chiamati i carabinieri di Mondragone e gli agenti della polizia di Stato con il supporto dei militari dell'esercito. Va organizzata adesso l'assistenza ai nuclei familiari coinvolti. La Caritas diocesana si è già detta disponibile. Resteranno aperti invece gli esercizi commerciali e i supermercati di via Razzino, i cui dipendenti saranno sottoposti a tampone.
 
La decisione di istituire un cordone sanitario intorno ai palazzi Cirio è stata presa al termine di un vertice d'urgenza del Tavolo tecnico provinciale per il contrasto della pandemia a cui hanno partecipato rappresentati dell'unità di crisi regionale, delle forze dell'ordine, dell'azienda sanitaria, della Provincia e della Prefettura di Caserta. A sollecitarla è stato lo stesso sindaco di Mondragone, Virgilio Pacifico. A far precipitare la situazione l'esplosione dei contagi, otto nuovi casi positivi solo nella giornata di ieri quando si sono conosciuti gli esiti dei settanta controlli eseguiti domenica in uno dei palazzi della zona e in delle palazzine popolari di via Como dove abitano i primi due contagiati di questo nuovo focolaio epidemico. Il numero complessivo è così salito per ora a dieci. I primi due casi sono stati riscontrati, tra sabato e domenica, all'ospedale San Rocco di Sessa Aurunca. La prima paziente è stata una trentenne di etnia rom ricoverata nel reparto maternità dove ha dato alla luce il suo bambino. Il neonato è stato trasferito al Moscati di Avellino. Le sue condizioni sono buone ed è risultato negativo al Covid. Negativi anche i tamponi eseguiti sul compagno e sull'altro figlio della donna, trasferita al Cotugno. Restano stabili le condizioni del secondo positivo, un altro immigrato bulgaro abitante in via Como. Sono risultati negativi i tamponi della moglie e dei due figli.


Tutti restano in quarantena obbligatoria e sono costantemente controllati dai sanitari dell'ufficio operativo di prevenzione collettiva del locale distretto sanitario. Sotto controllo gli altri otto positivi mentre si sta cercando di risalire alla rete dei contatti e si attende con ansia l'esito degli altri tamponi. Ieri ne sono stati eseguiti altri centocinquanta, da tre distinte unità operative dell'azienda sanitaria coordinate dal direttore del distretto, Severo Stefanelli.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino