«Il Principe e la ballerina»: oggi la sentenza per Cosentino

«Il Principe e la ballerina»: oggi la sentenza per Cosentino
Santa Maria Capua Vetere. La Procura di Napoli scelse il nome di una commedia romantica con Marilyn Monroe per indicare la maxi-indagine che nel 2011 coinvolse oltre 50 persone:...

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Santa Maria Capua Vetere. La Procura di Napoli scelse il nome di una commedia romantica con Marilyn Monroe per indicare la maxi-indagine che nel 2011 coinvolse oltre 50 persone: «The Prince and the showgirl». Oggi, è prevista la sentenza che giunge al termine del processo «Il Principe e la scheda ballerina» con 21 imputati. Gli altri, sono stati giudicati nel 2014 in abbreviato. Tra gli imputati c'è Nicola Cosentino, al suo quinto processo, accusato di reimpiego di denaro sporco e corruzione. L'ex sottosegretario - durante il processo - si è sempre definito lontano dalle logiche camorristiche. I magistrati del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere - presidente Orazio Rossi, a latere Francesca Auriemma e Marinella Graziano - si sono ritirati in camera di consiglio alle ore 10 e 30 circa. La lettura del dispositivo è prevista nel primo pomeriggio.


Oltre a Cosentino, è imputato anche un ex funzionario di banca. Otto anni di reclusione erano stati chiesti dai pm Antimafia per Cristofaro Zara, ex funzionario della Unicredit di via Bari a Roma, filiale dove Nicola Cosentino, in compagnia di Luigi Cesaro, nel febbraio del 2007 si sarebbe recato per esercitare la funzione di «garante» per ottenere un finanziamento in favore della società Vian che avrebbe dovuto eseguire i lavori di costruzione del centro commerciale « Il Principe» a Casal di Principe, in vista delle elezioni comunali.

La requisitoria 


«Nicola Cosentino era il referente politico del clan dei Casalesi», avevano pronunciato in aula i pm Alessandro D’Alessio e Fabrizio Vanorio della Dda di Napoli. «Falso, Cosentino è stato condannato nel processo Eco4 per concorso esterno fino al 2005, i fatti contestati nel processo Il Principe e la ballerina si riferiscono al 2007», avevano replicato i legali difensori Stefano Montone e Agostino De Caro. «Tutti i collaboratori di giustizia accusano l’ex sottosegretario», avevano rilanciato i magistrati della Procura, nella precedente udienza, davanti ai giudici del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. «Falso ancora, il collaboratore Misso ha una memoria di ferro, tranne quando, con Nicola Panaro, ricorda l’incontro in banca a Roma di Cosentino con i funzionari, datato nel novembre-dicembre 2006; per la verità, l’incontro ci sarebbe stato nel 2007. Sulla corruzione di Mario Cacciapuoti? L’accusa è stata annullata persino dalla Cassazione e in aula si è presentato il carabiniere che ha eseguito le indagini, il quale ha confermato che non ci sarebbe traccia dell’avvenuto incontro fra il mio assistito e Cacciapuoti, all’epoca dipendente del comune di Casal di Principe», avevano risposto Montone e De Caro. Punto per punto, i legali di Cosentino avevano risposto a tutte le contestazioni mosse nell’ultima replica dei magistrati della Dda. Oggi, si scoprirà cosa hanno deciso i giudici.


L'indagine iniziale era stata curata dal pm della Dda di Napoli, Antonello Ardituro. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino