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«I licenziamenti disciplinari sono stati disposti a seguito del grave comportamento dei due lavoratori, i quali hanno posto in essere una condotta denigratoria, ledendo irrimediabilmente l'immagine della società senza preoccuparsi delle conseguenze e facendo venir meno l'elemento fiduciario».
Con queste parole i vertici della Multicedi replicano alle accuse del sindacato Usb sul licenziamento di due lavoratori dell'azienda casertana. «Non è ravvisabile alcun collegamento tra le proteste dell'organizzazione sindacale e i licenziamenti, anche perché i rapporti tra l'azienda e i sindacati del territorio sono sempre stati improntati alla correttezza e al rispetto anche quando il confronto è risultato su posizioni divergenti», conclude la nota della Multicedi, che arriva poche ore dopo l'attacco dell'Unione Sindacale di Base sul licenziamento di due maestranze, ritenuto un provvedimento «fortemente punitivo». «Con argomentazioni pretestuose, che si basano su un presunto danno di immagine subìto a causa di alcuni commenti su Facebook aveva riferito il sindacato - l'azienda prima sospende e poi licenzia i sindacalisti protagonisti delle proteste contro le ipotesi di esternalizzazione del personale all'orizzonte».
È in quel momento che la frattura si fa ancora più profonda tanto che il sindacato di base ha accusato l'azienda di «concezione padronale» della Multicedi «manifestata continuamente in un atteggiamento oppositivo, che è andato dalla negazione del diritto all'assemblea fino ai provvedimenti disciplinari contro i sindacalisti. Atti gravissimi in quanto fortemente lesivi del diritto alla libertà sindacale. Da parte nostra non possiamo fare altro che denunciare questo clima ottocentesco, nel quale si applicano contratti capestro e dove si tratta solo con sindacati di comodo che non fanno troppe domande». Intanto i rappresentanti dei lavoratori hanno annunciato che faranno ricorso e si opporranno ai licenziamenti.
Il Mattino