Respinte le istanze di scarcerazione presentate dagli avvocati di Vincenza Scotti e dell'ex primario dell'ospedale di Caserta Angelo Costanzo. La sezione presieduta da...
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Il pool che ha coordinato l'indagine dei Nas, sezione reati contro la pubblica amministrazione in capo al procuratore aggiunto Antonio D'Amato, ha ipotizzato una lunga serie di reati a carico dei tre destinatari della misura cautelare in merito alla gestione personale del laboratorio di analisi dell'ospedale che sarebbe servito ai coniugi Scotti di Caivano per abbattere le spese del loro laboratorio. Secondo il pm Giuseppe Orso, dunque, Angelo Costanzo, approfittando del suo ruolo di dirigente, avrebbe stretto un accordo con il tecnico di laboratorio Angelina Grillo caricando i costi delle analisi eseguite nel laboratorio privato gestito da sua moglie. Sarebbero state 4500 l'anno le analisi fatte eseguire abusivamente al Sant'Anna, il 10 per cento di quelle complessive, con un risparmio per le casse degli Scotti direttamente proporzionale al danno causato alle casse dell'ospedale. Costanzo, secondo il quadro accusatorio, era il lasciapassare non solo per sua moglie, ma anche per le decine di altri medici, infermieri e pazienti «di riguardo» che si sarebbero fatti fare gli esami del sangue senza passare per il Cup e senza pagare il ticket. Indicative, secondo la Procura, le intercettazioni registrate dai carabinieri del Nas diretti dal tenente colonnello Vincenzo Maresca. In una Costanzo dice: «Mica devi passare al Cup? Vieni nella mia stanza». E ancora: «Dite che avete parlato con me». Così sarebbe accaduto centinaia di volte, tanto che gli indagati per peculato sono addirittura 41. Naturalmente, la posizione dell'ex primario e di sua moglie è diversa da tutte le altre, con responsabilità più gravi individuate dalla Procura tali da portare alla misura cautelare. Diverse, ancora, da quella della Grillo che risponde anche di assenze ingiustificate dal lavoro, una in particolare in cui si sarebbe recata a Torino per andare a guardare una partita della Juve. In più, scrive il gip, ha usato il denaro incassato da una mazzetta per avere ordinato per conto dell'ospedale forniture non necessarie per pagare una tangente utile a suo figlio che ha partecipato a un concorso pubblico. Una figura controversa, almeno dal punto di vista del pm Orso che, peraltro, la donna, n un delirio di onnipotenza, dopo una prima ispezione dei Nas voleva addirittura «avvicinare».
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Il Mattino