Mondragone, abusi sessuali su ragazzini della casa famiglia: torna in carcere pensionato della Capitale

Diventa definitiva la condanna a 6 anni per il reato di prostituzione minorile

Ad arrestare l'ultrasettantenne sono stati gli agenti del commissariato di polizia
Si intreccia con il triste fenomeno del caporalato sul litorale domizio ed alcuni episodi di emarginazione e depravazione l’inchiesta che tre anni fa portò alla...

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Si intreccia con il triste fenomeno del caporalato sul litorale domizio ed alcuni episodi di emarginazione e depravazione l’inchiesta che tre anni fa portò alla condanna a 6 anni - per il reato di prostituzione minorile -  di tre persone, tra cui un pensionato di 75 anni originario di Roma passato l’altro giorno dai domiciliari al carcere, dopo le decisioni di due diversi organi giudiziari.

Il Tribunale di Sorveglianza, infatti, gli aveva rigettato l’istanza del prosieguo della detenzione domiciliare per motivi di salute, ritenuta in questo caso compatibile con il carcere, mentre i giudici della Suprema Corte hanno ritenuto inammissibile un ricorso che i suoi legali avevano presentato contro la condanna, facendo così diventare definitiva la sentenza.

Di qui l’ordine di esecuzione per la carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli - Ufficio Esecuzioni Penali.  Un’accusa grave e infamante quella a carico del pensionato ultrasettantenne trasferitosi poi nel basso Lazio dove risiedono anche i suoi due coimputati cinquantenni. L’arresto, infatti, è stato eseguito dagli uomini della Polizia di Stato del commissariato di Gaeta (Latina), a tre anni di distanza dalla condanna decisa tre anni fa con rito abbreviato. Sconvolgenti i retroscena dell’indagine sugli abusi sessuali commessi dall’anziano nei confronti di minori stranieri, commessi nella cittadina del litorale fino all’agosto del 2019.

Una bibita, la ricarica telefonica, o un regalino tra i 5 e i 10 euro. Era questo il costo della prestazione dei ragazzini minori di 14 anni adescati mentre erano ospiti di una casa famiglia, oltre a rom, egiziani o adolescenti del ghetto bulgaro di Mondragone dove è presente una folta comunità negli ex palazzi Cirio, noti anche durante il Covid  in quanto diventati per un periodo «zona rossa». Gli incontri con i minori avvenivano all'interno delle auto oppure sulla spiaggia.

Un'indagine ostacolata da molte resistenze ma, fortunatamente, ci fu anche un sacerdote a segnalare quanto avveniva. Dalle intercettazioni sono emersi diversi appellativi sui «bocconcini» o ragazzini «usa e getta» anche se i condannati hanno sempre tentato di difendersi parlando di  ragazzi consenzienti o di cui non conoscevano la minore l’età. Numerose le intercettazioni telefoniche e ambientali, in uno con le videoriprese che rilasciano immagini inerarrabili crude e violente. Diversi minori venivano portati anche sui campi per la raccolta di frutta e verdura, fin nel sud Pontino, a Fondimm per dieci euro di paghetta a settimana. 

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Il Mattino