Caserta. «Lo storico incontro è nostro, ormai lo dicono anche le enciclopedie. Eppure il luogo dei fatti, Taverna Catena, non è del Comune di Vairano Patenora,...
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Un assunto che trova conferma in ciò che sta accedendo a Vairano dove il Comune non lesina sforzi nel tentativo di acquisire per lo meno un pezzo dell’edificio dell’Incontro: il secondo piano della Taverna che però, attenzione, è recente, visto che risale alla metà degli anni Sessanta e soprattutto è ritenuto frutto di abusivismo edilizio. L’altro aspetto incredibile di questa storia è che gli attuali legittimi proprietari sono di Teano, ossia proprio del comune contendente la paternità dell’Incontro. E tutto direbbe che i dodici eredi Tizzano non abbiano alcuna intenzione di cedere un pezzo del bene ereditato. E di abusivismo, non vogliono sentir parlare.
Tutto accadde quando al posto del classico sottotetto a doppio spiovente che sormontava il primo piano si decise di realizzare quella che in termini tecnici è definita oggi una «superfetazione abitativa». Un obbrobrio agli occhi dei contemporanei ma che ottenne, manco a dirlo, la licenza edilizia dal Comune e il benestare della soprintendenza. Da qui la lota a suon di carte bollate che contiua anche ora e che offusca la storia.
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Il Mattino