Banchi appena arrivati in sede ancora da scartare, selfie con gli alunni, pioggia incessante e proteste dei precari della scuola davanti ai cancelli, in attesa dell'arrivo del...
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«Non possiamo andare in ordine sparso», ha quindi sottolineato il premier sulla possibilità di nuovi lockdown regionali, rispondendo ai cronisti su quanto «minacciato» dal governatore della Campania Vincenzo De Luca. «Io consiglio a tutti gli amministratori locali e a tutti i presidenti di lavorare sempre come abbiamo fatto fin qui, in pieno coordinamento. Noi abbiamo un sistema di monitoraggio molto accurato e sofisticato. Dobbiamo lavorare quindi a livello centrale, con il coordinamento ovviamente delle regioni e delle autorità locali, per assumere decisioni quando servono», ha aggiunto Conte.
Emergenza da Covid prorogata, dunque. Questo significa che l'attuale situazione consente di agire in deroga su alcuni aspetti della vita pubblica grazie all’emanazione di Dpcm (i decreti della presidenza del Consiglio dei ministri) e ordinanze del ministro per la Salute. I decreti del presidente del Consiglio, i Dpcm, non possono essere emanati se non in stato di emergenza, di questo passo in avanti fino alla fine di gennaio.
Nessun accenno di Conte - in visita a San Felice a Cancello, con la ministra Lucia Azzolina, nell'istituto comprensivo Francesco Gesuè vandalizzato più volte nel corso del lockdown - sull'impennata dei contagi in Campania, dove oggi i numeri dei ricoveri in terapia intensiva sono più alti che in Lombardia. Di certo, in stato d’emergenza, le Regioni possono continuare a firmare ordinanze, ma devono consegnare le linee guida al governo.
Alla scuola vandalizzata di San Felice a Cancello sono stati assegnati subito 30mila euro. «Dedicheremo una parte cospicua del Recovery Fund agli asili nido, alle scuole, all'Università e alla ricerca», ha detto ancora Conte. «Si tratta di una filiera fondamentale per farci crescere ed essere competitivi, e per non mandare i nostri giovani all'estero - ha aggiunto - Ne va del futuro delle prossima generazione e della competitività del Paese».
Alla domanda dei cronisti sulla possibilità di una revoca delle concessioni autostradali ad Aspi, il premier ha risposto: «Abbiamo fatto una riunione tecnica di aggiornamento con i delegati del governo che stanno seguendo la trattativa - ha aggiunto - e mi sembra che ci sia uno stallo». «A questo punto - ha concluso il premier - la questione torna nel primo Cdm utile per le valutazioni conseguenti. Non aggiungo altro, perché si tratta di una società quotata in Borsa». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino