Saccheggiato l'ex canapificio, i volontari svuotano gli uffici

Saccheggiato l'ex canapificio, i volontari svuotano gli uffici
Stavolta il danno - e si tratta di una batosta da 10 mila euro se non di più - lo hanno fatto i ladri, un «danno collaterale» di quel sequestro dello stabile...

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Stavolta il danno - e si tratta di una batosta da 10 mila euro se non di più - lo hanno fatto i ladri, un «danno collaterale» di quel sequestro dello stabile che, in mancanza di alternative immediate, ha messo in seria difficoltà il centro sociale ex Canapificio e il progetto di accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo che da tre anni il Centro sta gestendo per conto del ministero.

 
Ad accorgersene, ma solo nel tardo pomeriggio di ieri, sono stati gli operai che stavano tagliando l'erba lungo il perimetro dell'ex canapificio, attività complementare a quell'intervento sul sistema fognario del Centro per cui la magistratura aveva disposto il temporaneo dissequestro dell'immobile. Ieri era appunto la prima giornata delle due settimane concesse dal tribunale alla Regione. Quando i giardinieri sono arrivati a una delle porte anti-panico che danno su retro si sono accorti che era aperta. Più avanti faceva bella mostra di sé un buco nel muro di cinta, il primo varco aperto dai malviventi per poter entrare (ma non si sa se l'altra notte o a più riprese) nella grande struttura. I carabinieri intorno alle 17,30 hanno chiamato Fabio Basile, che oltre ad essere uno dei leader storici del Centro è anche custode giudiziario della struttura.

«La notizia si è diffusa in un lampo, ci siamo precipitati per capire cosa era successo e per cercare di salvare il salvabile», spiega Mimma D'Amico. Una scena sconfortante li ha accolti in quelle stanze che da mesi non avevano più potuto frequentare: porte interne e serrande rotte e divelte, tutto buttato per terra e vandalizzato, mucchi di refurtiva pronta a essere trasferita all'esterno. Sono sparite stoviglie nuove destinate agli appartamenti fittati per lo Sprar, tovaglie da tavola, biancheria, piccoli arredi comprati all'Ikea, un amplificatore e vari microfoni, macchinette per il caffè in cialde, attrezzi vari. Scassinati brutalmente i distributori automatici presenti nella struttura, svuotati di materiali e monete, spariti attrezzi di ogni genere. «In più riprese stavano portando via tutto ciò che era possibile portare via da un'apertura piccola, ma abbiamo trovato - racconta Mamma - una sega elettrica con cui probabilmente intendevano aprire un varco nel cancello e rubare cose di dimensioni maggiori, che per altro stavano già incominciando a mettere da parte in un lato del salone, come scrivanie e tavoli». Si sono miracolosamente salvati i computer e la lim dell'aula informatica del Centro, dove si tenevano i corsi a beneficio di migranti e italiani. «Con le fatture alla mano e incrociando i dati con l'inventario, adesso cercheremo di rendicontare con esattezza quello che manca, ma sarà un lavoro impegnativo», dice Federica.

Ieri sera i volontari hanno cercato di trasbordare quanto più era possibile nelle sedi di altre associazioni o a casa degli attivisti. «Quello che lasceremo all'interno continuerà ad essere alla mercé dei ladri», spiegano. Invece ciò che è stato rubato molto probabilmente finirà in qualche mercatino dei dintorni: è stata trovata una valigia (non di proprietà del Centro) con all'interno già sistemata della refurtiva da offrire ai clienti.


L'amarezza è maggiore perché, intanto, i lavori di sistemazione statica dell'immobile segNano il passo. «L'ingegnere Verderame, l'esperto designato dalla Regione, ancora non è venuto neanche una volta per il sopralluogo che dovrà quantificare tipo e costi dei lavori», sottolinea la D'Amico. E anche le sedi provvisorie alternative di cui si era parlato (l'ex scuola materna di via Balducci, l'ex Onmi di viale Beneduce, l'ex Ciapi di viale Carlo III) restano delle pure ipotesi. «E pensare che Comune e Provincia hanno decine e decine di immobili inutilizzati a Caserta» conclude Mimma. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino