Sfruttavano lavoratori, nei guai due imprese Casertane

Sfruttavano lavoratori, nei guai due imprese Casertane
Caserta. «Estorsione, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, con l'aggravante della continuazione». Sono queste le ipotesi di reato per le quali a...

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Caserta. «Estorsione, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, con l'aggravante della continuazione». Sono queste le ipotesi di reato per le quali a vario titolo sono finiti nei guai nove imprenditori impegnati nella ricostruzione post terremoto dell'Aquila nell'ambito dell'operazione denominata «Caronte»: quattro sono ai domiciliari e cinque hanno subito la sospensione per sei mesi dell'attività. A finire nel mirino della Direzione Distrettuale Antimafia di L'Aquila che coordina l'inchiesta e dei carabinieri che conducono le indagini due imprese operanti nella provincia di Caserta, una delle quali tuttavia ha, già da qualche tempo trasferito, la propria sede in provincia di L'Aquila. Per le due aziende è scattata la misura interdittiva Antimafia, adottata dalla Prefettura di L'Aquila, alcuni mesi fa, in sede di accertamenti istruttori espletati per le iscrizioni nelle cosiddette 'white list' della ricostruzione post terremoto. Nel contesto ambientale d'origine, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, i responsabili delle ditte, S.T., 38 anni, V.T. (41), R.T. (38), L.L. (37), tutti sottoposti agli arresti domiciliari, come si legge in un comunicato dei carabinieri, «sfruttando lo stato di necessità, indigenza ed estrema difficoltà economica in cui versavano gli operai, nei rispettivi comuni di residenza, avrebbero reclutato manodopera a basso costo (mantenuta in una condizione di sudditanza fisica e psicologica sotto minaccia di licenziamento), da impiegare nei lavori edili connessi alla ricostruzione post sisma 2009».
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Il Mattino