Sfiora il milione di euro il danno erariale che la Procura della Corte dei Conti ipotizza a carico dei vertici del Consorzio Idrico di Bacino. E mancano all’appello almeno...
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La storia recente del Consorzio Idrico, che ha sede nell’area ex Saint Gobain di Caserta, è puntellata di veleni e vertenze e dubbi sulla corretta gestione del denato proveniente dai cittadini. Due anni fa, la Provincia di Caserta, che aveva una quota di partecipazione nel Consorzio, dovette rinunciarvi in seguito al dichiarato dissesto finanziario. Il Consorzio Terra di Lavoro si finanzia con le utenze idriche pagate dai cittadini dei comuni soci, tutti in provincia di Caserta, e gestisce il ciclo delle acque per conto degli Enti locali. Le nomine di presidenza e consiglio d’amministrazione sono decise dai delegati dei comuni. La normativa della gratuità dei compensi è alla base del rapporto con il management del Consorzio, che fu costituito tra vari Comuni e la Provincia di Caserta con lo scopo di gestire il servizio idrico integrato di numerosi Enti locali del Casertano, nonché per la gestione del sistema acquedottistico realizzato dalla Cassa del Mezzogiorno e consegnato, fin dagli anni Sessanta, al preesistente Consorzio per l’Approvvigionamento idrico di Terra di Lavoro.
Il presunto danno erariale oggetto di contestazione è la somma delle indennità percepite dai manager negli ultimi quattro anni. Nel dettaglio il presidente Di Biasio, Palmieri, L’Arco e Sorrentino hanno ricevuto 117mila euro ciascuno; Cervo e Del Monaco 113mila; Lama, Piccolo e Farbo 40mila; Iovinella, Lambiase, Paolella, Scirocco, Valentino, Villano, Zanfagna, D’Agostino, Benincasa e Ferrara 3700.
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Il Mattino